Suggerimenti ed attenzioni sull’uso di indicatori di crisi in sistemi complessi. L’importanza di non farsi stravolgere spiritualmente dalla malattia per favorire la guarigione.
Disequilibri, Crisi e Catastrofi
Sistemi complessi come quelli viventi sono sempre sull’orlo dell’equilibrio: per rimanere simili a se stessi, cambiano continuamente un pochino.
Ogni boccone di cibo metabolizzato, ogni respiro, ogni percezione sensoriale, ogni comunicazione… tutto ciò che entra, viene elaborato e produce impercettibili cambiamenti. Lo stesso vale per ciò che esce dal sistema, basti pensare alle cellule che muoiono (ne abbiamo tipi con ciclo di vita di pochi giorni ed altre che durano tutta la vita, in media 10-15 anni).
Ad ognuno di questi piccoli cambiamenti corrispondono catene di eventi interni al sistema, con intrecci ed anelli retroattivi, in cui l’effetto complessivo delle retroazioni è di smorzare gli effetti dell’innesco iniziale. Per esempio, l’impulso a mangiare viene meno proprio mangiando. Questo tende a riportare il sistema al suo equilibrio.
Cosa succederebbe, invece, se ci fossero retroazioni positive cioè di rinforzo anziché di inibizione? Come si dice, “la fame vien mangiando”! Un cambiamento che porta il sistema lontano dal proprio equilibrio è un disturbo e, se non viene in qualche modo frenato, diventa malattia. Ancora, se la crisi diventa insostenibile si può arrivare alla catastrofe, che porta ad un cambiamento irreversibile del sistema.
Indicatori di crisi a vari livelli
Quando si analizza una catastrofe in un sistema complesso, è importante porsi da diversi punti di vista e con diversi livelli di analisi, che vanno dal più analitico al più sintetico, dal materiale al trascendente, dal subatomico al cosmico.
Per comprendere appieno una catastrofe, è necessario analizzare le dinamiche e le interazioni tra i diversi componenti del sistema. Ciò può coinvolgere l’analisi a livello microscopico o analitico dei componenti specifici del sistema, nonché l’analisi a livello macroscopico o sintetico delle proprietà emergenti del sistema nel suo complesso.
In ciascun livello si possono definire degli indicatori di crisi, alcuni dei quali misurabili strumentalmente o con criteri oggettivi, altri determinabili solo come stima o addirittura solo ipotizzabili.
Ad esempio, nell’ambito di una crisi economica, potrebbero essere considerati indicatori microeconomici come la disoccupazione, l’inflazione o il tasso di fallimento delle imprese, nonché indicatori macroeconomici come il PIL, il debito pubblico o l’andamento del mercato azionario.
In ambito psicologico, possiamo porci su tre livelli usando:
misurazioni fisiologiche;
questionari e test psicometrici;
osservazioni comportamentali.
Se invece ci occupiamo di politica locale:
Livello socioeconomico, indicatori di disuguaglianza economica: divario tra ricchezza e povertà, distribuzione del reddito, il tasso di disoccupazione, l’accesso ai servizi di base e l’insicurezza alimentare.
Livello ambientale, indicatori di sostenibilità ambientale: la qualità dell’aria e dell’acqua, la gestione dei rifiuti, la conservazione delle risorse naturali, l’adattamento ai cambiamenti climatici e l’impatto delle attività umane sull’ecosistema locale.
Livello sociale, indicatori di coesione sociale: l’incidenza di conflitti sociali, la segregazione o discriminazione, l’isolamento sociale, la violenza, il degrado urbano e il deterioramento delle relazioni comunitarie.
Livello politico, indicatori di stabilità politica: la polarizzazione politica, la corruzione, la mancanza di partecipazione democratica, la perdita di fiducia nelle istituzioni pubbliche e il deterioramento dello stato di diritto.
Esiste una relazione tra gli indicatori di crisi misurati a livelli diversi, poiché i diversi livelli di un sistema complesso sono interconnessi e influenzano reciprocamente.
La relazione tra gli indicatori di crisi misurati a livelli diversi può essere complessa e dipende dal contesto specifico. In alcuni casi, gli indicatori a livello microscopico possono essere considerati sintomi o segnali precoci di una crisi a livello macroscopico. Ad esempio, un aumento dei tassi di fallimento delle imprese può essere un segnale precoce di una recessione economica imminente.
Allo stesso tempo, gli indicatori a livello macroscopico possono influenzare i componenti a livello microscopico del sistema. Ad esempio, le politiche macroeconomiche adottate dal governo possono influire sulle decisioni aziendali e sulle opportunità di lavoro a livello microscopico.
L’analisi a vari livelli consente di ottenere una visione più completa e approfondita della catastrofe in un sistema complesso. L’interazione tra gli indicatori di crisi a livelli diversi può fornire informazioni utili per comprendere le cause, le dinamiche e gli effetti di una catastrofe e può essere utile per sviluppare strategie di mitigazione o di risposta.
Malattia e Guarigione
Tutti noi sperimentiamo in prima persona piccole e grandi catastrofi in modo molto diretto e personale: le malattie.
Indicatori di crisi:
livello materiale/fisico, crisi fisica: sintomi o segni evidenti come dolore cronico, perdita di peso non intenzionale, affaticamento persistente, febbre alta, disabilità fisica o ferite gravi;
livello emotivo/psicologico, crisi emotiva: ansia eccessiva, depressione persistente, attacchi di panico, sentimenti di disperazione, pensieri suicidi, perdita di interesse per le attività quotidiane o difficoltà di regolazione emotiva;
livello sociale/relazionale, crisi sociale: rottura o la disfunzione delle relazioni interpersonali, il senso di isolamento sociale, la mancanza di supporto sociale, la violenza domestica, il bullismo o la discriminazione;
livello spirituale/trascendente, crisi spirituale: mancanza di senso di scopo o significato nella vita, conflitti spirituali interni, perdita di fede o senso di connessione spirituale, disorientamento esistenziale o crisi di valori.
Viceversa, può capitare di arrivare alla sofferenza fisica a partire da una crisi spirituale.
Stress e risposta fisiologica: una crisi spirituale che coinvolge conflitti interni, dubbi o la ricerca di senso può innescare una risposta di stress nel corpo. Il corpo può reagire a questo stress con sintomi fisiologici come aumento della frequenza cardiaca, tensione muscolare, disturbi del sonno, cambiamenti nell’appetito o problemi gastrointestinali.
Impatto sull’equilibrio emotivo: una crisi spirituale che provoca sentimenti di disorientamento, vuoto o disconnessione può contribuire allo sviluppo di disturbi dell’umore come l’ansia o la depressione, che, a loro volta, possono avere conseguenze fisiche, come affaticamento, disturbi del sonno o problemi di salute correlati.
Coping e stili di vita: alcune persone potrebbero cercare modi inadeguati per far fronte alla crisi, come l’abuso di sostanze o comportamenti di evitamento, che aumentano il rischio di malattie o condizioni associate all’abuso di sostanze o all’autolesionismo.
Al contrario, la ricerca di significato e la resilienza spirituale possono anche promuovere il benessere fisico. La fede, la spiritualità e le pratiche di cura di sé possono essere risorse preziose per affrontare lo stress, migliorare l’adattamento e favorire stili di vita sani, come l’attività fisica regolare, una buona alimentazione e il riposo adeguato.
Alcuni studi epidemiologici sulle cosiddette zone blu come Ogliastra in Sardegna e Okinawa in Giappone hanno esaminato le abitudini delle popolazioni locali ed hanno evidenziato che queste comunità mostrano livelli significativamente più elevati di longevità rispetto ad altre parti del mondo. Tra le varie abitudini di vita associate a queste popolazioni, la pratica di forme di meditazione, preghiera o di partecipazione a rituali spirituali è del loro stile di vita. Se ancora non sei convinto, considera la storia della Mindfulness ed protocollo medico MBSR.
Nella mia esperienza di vita, sbagliando in prima persona o partecipando alle vicende dei miei cari, ho imparato un paio di cosette che possono essere lette con la lente del paradigma della complessità.
È capitato anche a te? Gli indicatori di crisi della mia salute, pur essendo “in presa diretta” cioè direttamente accessibili alla mia coscienza , mi è capitato di collocare mentalmente la crisi a livello sbagliato, finché non è diventata intensa. Per esempio, attribuivo uno stato emotivo negativo persistente ad un cambiamento in ambito lavorativo ed invece la vera causa stava in un problema auto-immunitario! Quando i sintomi sono emersi anche sulla pelle, non ho potuto non accorgermi di aver fatto un grosso errore di valutazione. Rendersene conto è stato un pochino umiliante ma anche liberatorio.
La prima lezione che ho imparato è che devo riflettere, meditare, avere pazienza ed articolare un’analisi multilivello… su me stesso!
La seconda è che si possono davvero disperdere molte energie e per molto tempo, usando risorse sbagliate nel tentativo di guarire.
È possibile che la guarigione inizi ad un livello diverso da quello in cui la crisi è emersa. I sistemi complessi, inclusi quelli che riguardano la salute e il benessere umano, sono caratterizzati da molteplici interazioni e influenze reciproche tra i vari livelli e sottosistemi.
Quando una crisi si verifica a un certo livello, può innescare una serie di cambiamenti e adattamenti in tutto il sistema. Questi cambiamenti possono coinvolgere sia il livello in cui la crisi è emersa che i livelli circostanti. Inoltre, le risposte e le risorse disponibili per affrontare la crisi possono variare tra i diversi livelli del sistema.
Di conseguenza, la guarigione e il recupero possono iniziare a un livello diverso da quello in cui si è verificata la crisi iniziale. Ad esempio, una crisi emotiva o psicologica può avere un impatto sul livello sociale e relazionale di una persona, portando a un deterioramento delle relazioni interpersonali. In tal caso, la guarigione potrebbe richiedere un lavoro sui legami sociali, sulla comunicazione e sulla costruzione di nuove relazioni, anche se la crisi iniziale era di natura emotiva.
Inoltre, l’affrontare la crisi a un livello può anche influenzare gli altri livelli del sistema. Ad esempio, lavorare sulla guarigione fisica attraverso un trattamento medico appropriato può avere un impatto positivo sull’aspetto emotivo o psicologico di una persona.
È importante considerare la complessità dei sistemi umani e riconoscere che le interazioni tra i diversi livelli possono giocare un ruolo significativo nella guarigione e nel recupero. Un approccio complessivo che tiene conto di tutti i livelli e dei loro rapporti reciproci può essere utile nel promuovere la guarigione e il benessere complessivo della persona.
Spiritualità per la Guarigione
Vorrei concludere condividendo quanto mi abbia colpito la testimonianza di un collega, resa nell’ambito di un ciclo di seminari organizzati dal team ORA – Orientamento Relazione Ascolto in tema di sostenibilità.
La malattia grave di una persona è in relazione con il fluire degli eventi della sua rete di affetti, è una crisi che scatena catene di eventi che formano intrecci ed anelli di retroazioni. La crisi può essere così intensa da impattare sulla struttura della propria rete sociale: qualche amico caro si allontana incapace di affrontare la sofferenza (non è così facile distinguere tra la propria e quella dei propri cari), qualcun altro sorprende per la costante vicinanza.
Quando si è in balia di medici e medicine per mantenere la propria vita materiale, si può comunque mantenere il controllo. La cosa interessante è che lo si può fare in modo “proporzionale all’altezza del livello”. In parole povere, se considero i livelli della mia esistenza a partire dal livello materiale e salgo gradualmente fino al livello spirituale, a mano a mano che soffermo nei vari piani, mi accorgo che la possibilità di controllare ciò che accade piano per piano è in aumento. Giunto ai piani del trascendente, mi accorgo capace di fare ancora molte cose, di poter gestire molta parte del mio percorso spirituale.
In queste situazioni è naturale e di buon senso dar fondo a tutte le risorse di guarigione, a tutti i livelli. Ma allora… se mi hai seguito fin qui, ti sarà allora chiaro perché è così importante agire a livello spirituale quando la malattia fisica è grave.
La famiglia è un universo contenuto in un altro (la comunità, la società) e contenente degli universi: i suoi membri. La famiglia è un super-organismo in continua evoluzione, sempre sull’orlo dell’equilibrio, che fornisce supporto emotivo, sociale ed economico ai suoi membri. È un sistema complesso che scambia materia, energia ed informazioni con il proprio ambiente. Internet e cellulari ne sono ormai parte integrante, ma portano anche rischi per la sostenibilità umana e sociale.
Le ultime novità offerte dall’informatica e dal web, come l’apprendimento automatico, l’elaborazione del linguaggio naturale e il data journalism, possono essere d’aiuto per la vita quotidiana di una famiglia in diversi modi. In particolare, possono fornire informazioni utili e consigli personalizzati sulla base dei dati disponibili.
La famiglia tecnologica
Assistente virtuale: l’apprendimento automatico e l’elaborazione del linguaggio naturale sono alla base dei moderni assistenti virtuali, come Siri di Apple, Google Assistant e Amazon Alexa. Questi assistenti possono aiutare una famiglia a gestire la sua vita quotidiana, fornendo informazioni sui metodi di cottura, suggerimenti per la casa, promemoria per appuntamenti e scadenze, e molto altro ancora.
Monitoraggio della salute: l’elaborazione del linguaggio naturale può essere utilizzata per analizzare le informazioni sanitarie e fornire consigli sulla prevenzione di alcune malattie. Ad esempio, un’applicazione di monitoraggio della salute potrebbe utilizzare l’elaborazione del linguaggio naturale per analizzare i record medici della famiglia e fornire consigli su come ridurre il rischio di malattie come il diabete o le malattie cardiache.
Analisi dei dati: il data journalism può essere utilizzato per analizzare i dati e fornire informazioni sulle tendenze sociali e di mercato. Ad esempio, un’analisi dei dati potrebbe rivelare che una determinata area ha un alto tasso di criminalità, o che una certa categoria di prodotti è in forte crescita. Queste informazioni possono aiutare una famiglia a prendere decisioni informate sulla propria sicurezza e sui propri acquisti.
Ci sono molti strumenti informatici e servizi online che possono aiutare la famiglia nella vita quotidiana.
App di gestione delle attività
App come Trello, Asana e Todoist possono aiutare la famiglia a gestire le attività quotidiane, come la preparazione dei pasti, la pulizia della casa e la gestione delle scadenze.
Servizi di consegna a domicilio
Servizi come Instacart, Amazon Fresh e FreshDirect possono aiutare la famiglia a risparmiare tempo facendo la spesa online e facendo consegnare la spesa direttamente a casa.
Piattaforme di streaming video
Servizi come Netflix, Hulu e Amazon Prime Video consentono alla famiglia di guardare film e programmi TV in streaming, senza dover pagare per la TV via cavo o per il noleggio di DVD.
La TV come la intendavamo, con il suo palinsesto e le sue interruzioni pubblicitarie, ha perso da tempo il suo ruolo educativo e fatica a mantenere un residuo ruolo informativo.
È diventata soprattutto uno sfondo a momenti di assopimento dopo una lunga giornata di lavoro, o una distrazione per chi non ha la possibilità di sviluppare relazioni sociali reali (anziani soli, carcerati etc).
I siti di streaming, al contrario, offrono all’utente, compresi coloro che hanno ruoli educativi, la possibilità di scegliere cosa e quando e quanto guardare.
La nuova insidia è l’ottimizzazione psicologica dei video pubblicati, volta ad indurre l’utente a restare il più possibile davanti allo schermo, utilizzando persino le sofisticate tecniche del neuromarketing.
App di comunicazione e social network
App come WhatsApp, Skype e Zoom consentono alla famiglia di comunicare in tempo reale, indipendentemente dalla posizione geografica, e di partecipare a videoconferenze e videochiamate.
Veicolano la condivisione di foto, ricordi, opinioni etc tra parenti, amici, genitori degli studenti di una classe… In caso di trasferte, lontananza, temporaneo isolamento etc, questi strumenti possono aiutare persino a mantenere i legami affettivi, annullando tempo e spazio. Per contro, rischiano di impedire le dinamiche dell’attesa, tipiche dei rapporti più importanti ed intimi.
App di monitoraggio della salute
App come MyFitnessPal, Headspace e Calm possono aiutare la famiglia a monitorare la propria salute e il proprio benessere, fornendo informazioni e suggerimenti personalizzati.
Calendario condiviso
I principali fornitori di servizi di collaborazione come Google Workspace, Microsoft 360 etc comprendono la possibilità di condividere un calendario, con i principali eventi di famiglia. In caso di impresa familiare, questo tipo di applicazioni può avere spiacevoli effetti collaterali. Da un lato, un calendario condiviso può aiutare a prevenire conflitti e a rispettare i limiti personali e lavorativi di ciascun membro della famiglia che lavora nell’impresa. Ad esempio, se tutti i membri della famiglia utilizzano il calendario per segnalare le proprie assenze o impegni personali, sarà più facile organizzare il lavoro e prevenire sovrapposizioni. Inoltre, un calendario condiviso può favorire la trasparenza e la comunicazione all’interno dell’impresa familiare, facilitando il coordinamento tra i vari membri e riducendo il rischio di fraintendimenti. D’altro canto, l’uso di un calendario condiviso potrebbe anche favorire l’insorgere di conflitti, ad esempio se non tutti i membri della famiglia sono disposti a rispettare gli impegni e le necessità degli altri. Inoltre, potrebbe esserci il rischio che alcuni membri della famiglia si sentano controllati o limitati dal calendario condiviso, il che potrebbe generare ulteriori tensioni.
App per la lista della spesa
Queste app, come Bring!, facilitano la compilazione e la spunta della lista della spesa, consentendo a tutti i membri della famiglia di contribuire. Nel tempo, acquisiscono informazioni sulle abitudini e velocizzano il compito di preparazione della lista.
Software per il controllo genitoriale
Programmi che consentono di misurare e limitare l’uso di app e dispositivi da parte dei figli, nonché di geolocalizzarli. La dieta digitale è importante, così come, in caso di emergenza o di urgenza, conoscere la posizione dei familiari. Il controllo genitoriale può essere regolato in base all’autonomia di ciascun figlio, accompagnandone la crescita.
Sistemi di tele-vigilanza
Telecamere connesse via wi-fi che aiutano a tenere sotto controllo gli ambienti, specie se in casa c’è un anziano solo.
Si possono anche installare citofoni connessi, che consentono di rispondere col proprio cellulare quando qualcuno suona il campanello. Si può per esempio rispondere al corriere Amazon e fornire istruzioni anche se non si è a casa.
Occhio, però, alla cyber security: i sistemi di tele-vigilanza si prestano ad alcuni tipi di attacco hacker. È importante individuare fornitori di dispositivi ben supportati dal punto di vista software.
Un altro rischio da tenere sotto controllo è la tentazione di affidarsi alla tele-vigilanza per sbrigare qualche commissione lasciando solo un minore troppo piccolo per fronteggiare eventuali emergenze. Ricordare sempre la legge di Murphy…
Siti istituzionali delle scuole e registro elettronico
Aiutano i genitori a partecipare più consapevolmente al percorso didattico dei figli e a gestire gli appuntamenti con gli insegnanti.
Ad oggi manca un adeguato sistema a supporto della collaborazioni tra genitori e tra genitori e scuola ma ci sono progetti in vista. La tecnologia c’è tutta, occorre superare la naturale tendenza dei servizi software on line di creare barriere tecnologiche escludendo l’inter-operabilità.
App di gestione delle finanze
Ci sono molte app disponibili per la gestione delle finanze, come Mint, YNAB e Personal Capital. Queste app possono aiutare la famiglia a tenere traccia delle spese, a pianificare il budget e a risparmiare denaro.
Gestione utenze on line
Siti di internet banking, dei fornitori delle classiche utenze domestiche (rifiuti, energia elettrica, gas, telefonia etc): aiutano a gestire le risorse finanziarie ed i rapporti con i fornitori.
App e siti web per turismo e viaggi
Aiutano la famiglia ad organizzare, gestire e fronteggiare gli imprevisti nelle occasioni, così importanti, in cui sono a spasso per visitare parenti o apprezzare quanto di più bello le città e la natura offrano.
Il CECAN è il “Centre for the Evaluation of Complexity Across the Nexus”. L’elenco di immagini sotto riportate è rilasciato in licenza Creative Commons.
Vi ho aggiunto una diciasettesima immagine che rappresenta una caratteristica fondamentale dei sistemi complessi non ben intercettata dai pittogrammi del CECAN: l’interazione tra osservato ed osservatore.
RETROAZIONE
Si ha quando ciò che produce un processo alimenta o influenza lo stesso processo in modo diretto o indiretto. Si distinguono retroazioni positive e negative a seconda che il cambiamento venga accelerato o frenato. L’esempio per eccellenza di retroazione negativa è la correzione di rotta apportata dal timoniere (in greco: kybernetes [κυβερντης], da cui “cibernetica”).
EMERGENZA
Nuove ed inattese proprietà d’insieme si manifestano senza poter essere direttamente ricondotte al comportamento di specifici componenti. Per esempio, nel libero mercato, il prezzo di scambio di un prodotto emerge dall’interazione di offerenti e richiedenti. Anche la vita e la coscienza sorgono per emergenza.
AUTO-ORGANIZZAZIONE
Schemi ordinati ad alto livello, riconducibili a regole riguardanti il reciproco comportamento dei singoli, emergono senza dover essere calati dall’alto. Se una parte del sistema viene distrutta o è disfunzionale, non è detto che l’intero sistema ceda.
LEVE E FULCRI
Ci possono essere componenti cruciali, che influenzano il sistema complessivo in modo particolare, a causa della struttura della loro rete di legami. Possono accelerare i cambiamenti e possono rappresentare punti deboli del sistema, vulnerabilità.
NON-LINEARITÀ
La non-linearità riguarda l’andamento di un fenomeno che cambia di direzione oppure che cambia di intensità in modo non proporzionale alla forza applicata.
DOMINI DI STABILITÀ
Condizioni di equilibrio, configurazioni che il sistema tende a mantenere resistendo al cambiamento in assenza di uno stimolo che superi una certa soglia.
ADATTAMENTO
Cambiamento del comportamento del sistema in risposta ad interventi o stimoli. Si pensi alla resistenza agli antibiotici sviluppata dai batteri o all’attuazione di nuove tattiche di evasione fiscale quando cambia la normativa.
DIPENDENZA DAL PERCORSO
Cambiamenti del sistema condizionati da cambiamenti precedenti, come negli origami. La dipendenza dal percorso diventa storia fatta di momenti di svolta, ed è ciò che rende unico ed irripetibile un sistema complesso.
PUNTI DI NON-RITORNO
Punti critici del percorso evolutivo di un sistema, passaggi irreversibili attraverso cambiamenti profondi. Si pensi all’aumento dei disordini sociali che, ad un certo momento, diventano rivolta e portano improvvisamente e violentemente ad un cambiamento di regime.
VARIABILITÀ
I sistemi complessi sono sempre all’orlo dell’equilibrio. Per esempio, un sistema giuridico, un codice normativo, si adatta nel tempo alle novità sociali a mano a mano che si consolidano.
APERTURA
Non c’è un sistema complesso che non interagisca con l’ambiente che lo circonda scambiando energia, materia o informazione. Una qualunque azienda operante nel libero mercato è un sistema complesso aperto.
IMPREDICIBILITÀ
Se si potesse prevedere l’evolversi di un sistema, questo non potrebbe essere qualificato come complesso ma al massimo come complicato. Dentro un sistema complesso sempre si cela un mistero, qualcosa di fondamentalmente inconoscibile. Ne vediamo il manifestarsi nel percorso evolutivo del sistema ma resta sfuggente agli sforzi cognitivi dell’analista.
INCOGNITE
Da un sistema complesso ci si aspettano sorprese. Non sono noti tutti i legami di causa-effetto, né si ha controllo sull’ambiente esterno. Ci sono quindi incognite ineliminabili. Ad una nostra azione, può sempre corrispondere una reazione diversa da quella prevista.
CONTROLLO DISTRIBUITO
L’assenza di un direttore d’orchestra è un aspetto tipico dei sistemi complessi. Se anche c’è, esso non ha accesso all’informazione completa cui invece, ma ciascuno per propria parte, hanno accesso dei componenti subordinati. Si pensi all’organizzazione della sanità italiana, con i distretti ed i medici di famiglia per presidiare il territorio.
SISTEMI INNESTATI
Cambiando lente, possiamo scoprire che i sottosistemi del sistema complesso sono a loro volta sistemi complessi. In natura è proprio così, basta immaginare l’universo e la sua complessità, un pianeta e la sua complessità, uno stagno e la sua complessità…
MULTI-LIVELLO
Tentare di studiare un sistema complesso rimanendo ad un unico livello è illusorio. Occorre esaminare le interazioni tra livelli diversi, su scale diverse. Se un computer ha un bit di memoria bruciato, è inutile insistere col debug del software: il problema è ad un livello più basso. A volte siamo di malumore senza ragione apparente, magari è solo il nostro sistema immunitario sotto pressione.
EFFETTO OSSERVATORE
L’osservatore e l’osservato sono più o meno fortemente accoppiati. Il fotone usato per misurare la posizione di un protone ne altera la quantità di moto; l’odore del naturalista che scruta il branco di gazzelle nella savana, al girar del vento, fa scappare le gazzelle; lo psicologo che somministra un questionario risulta avere un aspetto antipatico a pelle al compilatore….
Vorrei motivare un pochino l’introduzione del diciasettesimo pittogramma, cioè l’idea che l’effetto osservatore è una caratteristica universale dei sistemi complessi.
Immaginiamo una situazione in cui ci siano un osservatore, diciamo Alice, che sta analizzando un sistema, chiamiamolo ∑. Inoltre, un altro osservatore Bruno assiste alla scena.
Con molta pazienza ed estrema attenzione, Bruno scruta per tutta la durata del lavoro di Alice su ∑. Alla fine, Bruno certifica che l’osservazione di Alice non ha in alcun modo influenzato il comportamento di ∑.
Possiamo concludere che ∑, il sistema osservato, non è un sistema complesso?
Secondo me non possiamo.
I sistemi complessi possono interagire in modi imprevedibili e non manifestare l’effetto osservatore in alcune circostanze specifiche.
Inoltre, il fatto che Bruno, il secondo osservatore, non rilevi alcuna interazione tra Alice e ∑ potrebbe essere dovuto al fatto che l’effetto osservatore non è sufficientemente evidente o che non ha un impatto significativo sul comportamento del sistema in quella particolare situazione.
In generale, la complessità di un sistema non può essere determinata solo dall’osservazione esterna, ma richiede un’analisi dettagliata del sistema stesso e delle sue interazioni con l’ambiente circostante.
Non si può concludere che ∑ non sia complesso solo perché non si manifesta l’effetto osservatore in questa situazione. Sono necessarie ulteriori indagini per determinare la sua natura e le sue proprietà.
Sostenibilità, persona centrata su se stessa, trattamento dell’informazione e della conoscenza non sembrano 3 parole chiave correlate. Invece, il ragionamento sulla sostenibilità delle interazioni tra persona ed internet riguarda la quotidianità. Poniamoci insieme qualche domanda: quali sono le criticità in questo rapporto, quale l’impatto, quali le situazioni umane in cui l’impatto diventa insostenibile, cosa si può fare concretamente. Su quest’ultimo aspetto, ci focalizzeremo sull’applicazione della linguistica computazionale, che si traduce nella tecnologia dell’elaborazione del linguaggio naturale ed avvicina la macchina alla persona.
Quali sono le principali difficoltà nelle interazioni tra persona e computer?
Queste le principali sfide della vita quotidiana:
Difficoltà di comprensione: i messaggi che compaiono sugli schermi dei computer spesso si presentano in una lingua tecnica e complicata che può essere difficile da comprendere per gli utenti. In particolare, possono comparire messaggi di errore ambigui o poco chiari, che rendono difficile per gli utenti capire cosa è andato storto e come risolvere il problema.
Difficoltà di utilizzo: l’interfaccia del computer può essere troppo complessa, rendendo difficile per gli utenti trovare le funzioni e le opzioni di cui hanno bisogno. Inoltre, i dispositivi di input come mouse e tastiera possono essere poco ergonomici e poco intuitivi.
Problemi di accessibilità: i computer e le applicazioni possono essere difficili da usare per le persone con disabilità, come le persone non vedenti o non udenti; o, similmente, per persone normodotate ma in condizioni operative inadeguate, che ne limitano le normali abilità.
Sicurezza: l’uso di computer ed internet espone a rischi per la sicurezza, come il furto di informazioni personali, l’accesso non autorizzato a sistemi e dati sensibili e la propagazione di virus e malware.
Mancanza di reattività: i computer possono fornire un feedback limitato o inesistente durante le interazioni, che può rendere difficile per gli utenti capire se le loro azioni hanno avuto successo o meno.
Problemi di prestazioni: i computer possono diventare lenti o bloccarsi durante le interazioni, rendendo difficile per gli utenti completare le loro attività.
Ci sono anche altre sfide come la complessità dei sistemi, la mancanza di standardizzazione, l’incompatibilità tra diversi dispositivi e programmi, la gestione delle informazioni, ecc.
Quali categorie sociali risentono maggiormente di queste difficoltà?
Possono variare a seconda del contesto e del tipo di tecnologia utilizzata, ma sicuramente le categorie particolarmente in difficoltà sono quelle con meno istruzione, meno risorse finanziarie e meno tecnologia, nonché quelle che si trovano in situazioni di svantaggio sociale o economico.
Anziani: possono avere difficoltà nell’utilizzo dei computer a causa della complessità delle interfacce, della mancanza di familiarità con la tecnologia, dei problemi di vista e dell’artrite, che possono rendere difficile l’uso di tastiere e mouse.
Disabili: le persone con disabilità possono riscontrare difficoltà nell’uso dei computer se le interfacce non sono accessibili o non sono adatte alle loro esigenze specifiche. Ad esempio, le persone non vedenti potrebbero avere difficoltà nell’utilizzo di una interfaccia basata sull’uso del mouse, mentre le persone con disturbi della lettura potrebbero avere difficoltà nell’utilizzo di testi troppo piccoli o con contrasto insufficiente.
Indigenti: le persone a basso reddito potrebbero non avere accesso a dispositivi aggiornati o a connessioni Internet ad alta velocità, il che può limitare la loro capacità di utilizzare servizi e risorse online.
Analfabeti digitali: le persone con bassa alfabetizzazione digitale potrebbero avere difficoltà nell’utilizzo dei computer a causa della loro mancanza di familiarità con le tecnologie digitali. Ad esempio, potrebbero non sapere come navigare su Internet o utilizzare correttamente le funzioni di un software per scrivere testi.
Stranieri: le persone che parlano lingue diverse potrebbero avere difficoltà nell’utilizzo dei computer se le interfacce sono disponibili solo in una lingua con cui non sono familiari. A questo problema non sempre si riesce a sopperire con la traduzione automatica, non sempre affidabile, rendendo difficile la comprensione di testi o messaggi di errore.
Se una persona è in difficoltà nell’interagire con i computer e con l’internet, quali conseguenze negative subisce nella sua vita quotidiana dai punti di vista affettivo, relazionale, sociale, lavorativo e civile?
Un difficile l’accesso alla tecnologia è un ostacolo a cogliere le opportunità digitali. L’impatto su vari aspetti della vita dell’individuo, sulla vita quotidiana e sulla partecipazione alla comunità e alla società civile può essere significativo. Ecco alcuni esempi:
Equilibrio interiore: le difficoltà nell’utilizzo dei computer e di Internet possono causare stress e frustrazione, che possono influire negativamente sull’umore e sulla salute mentale della persona. Inoltre, se la persona si sente isolata o esclusa dalla società a causa delle sue difficoltà tecniche, ciò può portare a problemi di autostima e ad una percezione di solitudine.
Relazioni strette: le difficoltà nell’uso dei computer possono influire negativamente sulle relazioni personali e familiari, specialmente se gli altri membri della famiglia sono in grado di utilizzare la tecnologia in modo efficace. Ciò può portare a conflitti e malintesi, rendendo difficile per la persona comunicare e partecipare alla vita della famiglia.
Relazioni sociali: la difficoltà nell’utilizzo dei computer può limitare l’accesso ai servizi e alle risorse online, come l’accesso alle informazioni, alle opportunità di formazione o di lavoro, ai servizi di assistenza sanitaria e così via. Ciò può limitare la partecipazione della persona alla società e alla comunità, portando a un senso di esclusione sociale e di isolamento.
Lavoro: la mancanza di competenze informatiche può limitare le opportunità di lavoro e di carriera, specialmente in settori dove la tecnologia è essenziale. Inoltre, le difficoltà nell’utilizzo dei computer possono influire negativamente sulla produttività e sulla qualità del lavoro, portando a problemi di carriera e di reddito.
Cittadinanza: la mancanza di competenze informatiche può limitare l’accesso ai servizi pubblici online e ai servizi di governo elettronico. Ciò può portare a difficoltà nell’accesso a servizi essenziali come la prenotazione di appuntamenti, la richiesta di documenti e così via.
Cos’è la NLP o elaborazione del linguaggio naturale? Potrebbe essere d’aiuto per chi ha difficoltà nell’interagire con computer ed internet?
La NLP (Natural Language Processing) o Elaborazione del Linguaggio Naturale è un campo dell’intelligenza artificiale che si occupa dello sviluppo di algoritmi e di modelli computazionali in grado di analizzare, comprendere e generare il linguaggio umano. L’obiettivo della NLP è quello di permettere alle macchine di interagire con gli esseri umani in modo naturale e di comprendere il significato del linguaggio parlato o scritto.
Può rappresentare un valido strumento per rendere l’interazione con i computer ed Internet più semplice e intuitiva per chi ha difficoltà nell’utilizzo della tecnologia, migliorando l’accessibilità e l’inclusione digitale per tutti.
Ad esempio, le applicazioni di chatbot o di assistenti virtuali basati sulla NLP possono rispondere alle domande dell’utente in modo più efficiente, comprendendo il contesto e il significato delle parole usate. Inoltre, la NLP può essere utilizzata per sviluppare sistemi di traduzione automatica, di sintesi vocale e di riconoscimento vocale, rendendo l’interazione con i computer più accessibile ed inclusiva per chi ha difficoltà nella comprensione o produzione del linguaggio.
Se la società è composta da individui, ci sono categorie sociali svantaggiate perché gli individui che vi appartengono sono più in difficoltà degli altri nell’interagire con computer ed internet.
L’accesso e l’uso della tecnologia possono dipendere da diversi fattori socio-economici, come il reddito, l’istruzione, l’età, il genere e la posizione geografica. Ad esempio, le persone con un basso reddito o un’istruzione limitata possono avere meno accesso a dispositivi elettronici e a una connessione a internet, mentre le persone anziane o con disabilità possono avere difficoltà a utilizzare la tecnologia.
Di conseguenza, queste categorie sociali svantaggiate possono essere escluse o limitate nell’accesso alle informazioni, alle opportunità di lavoro, all’istruzione e alla partecipazione sociale e politica. Il divario digitale può aumentare le disuguaglianze sociali e limitare le possibilità di sviluppo per le persone svantaggiate.
Per ridurre il divario digitale e promuovere una maggiore inclusione digitale, sono necessarie politiche pubbliche che facilitino l’accesso alla tecnologia e alla formazione per le categorie sociali svantaggiate. Ad esempio, possono essere offerti programmi di formazione specifici per anziani o disabili, o possono essere sviluppate politiche di inclusione digitale per le comunità rurali o remote.
Inoltre, le tecnologie stesse possono essere progettate in modo più inclusivo, tenendo conto delle diverse capacità e bisogni degli utenti. Ad esempio, possono essere utilizzati colori contrastanti e caratteri di grandi dimensioni per facilitare la lettura, o possono essere fornite funzionalità di accessibilità come la sintesi vocale o la tecnologia Braille per persone non vedenti o ipovedenti.
Tutto questo ci fa capire che la sostenibilità individuale è strettamente correlata con quella sociale.
Ci sono esempi di applicazione della NLP significativi per quanto riguarda la sostenibilità?
Si, in particolare per quanto riguarda la gestione delle risorse naturali, la riduzione dell’inquinamento e la mitigazione del cambiamento climatico. Può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati testuali in modo efficiente e accurato, fornendo informazioni preziose. Ciò può aiutare a supportare la realizzazione degli obiettivi di sostenibilità in modo più efficace ed efficiente.
Monitoraggio ambientale: la NLP può essere utilizzata per analizzare testi provenienti da fonti come social media, articoli di notizie e rapporti governativi per monitorare la qualità dell’aria, il consumo di acqua, l’inquinamento delle acque e altri problemi ambientali. I dati raccolti possono essere utilizzati, ad esempio, per identificare le aree geografiche che necessitano di maggiore attenzione e di maggiori interventi di mitigazione.
Energia sostenibile: con fonti dati analoghe alle precedenti, la NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati testuali, per identificare le tendenze e le opportunità nel settore dell’energia sostenibile. Ciò può aiutare a guidare gli investimenti nelle energie rinnovabili, nonché a identificare soluzioni innovative per l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di gas serra.
Gestione dei rifiuti: la NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati testuali sui rifiuti, tra cui report governativi, dati sui rifiuti urbani e dati delle compagnie di smaltimento dei rifiuti. Ciò può aiutare a identificare le aree geografiche che necessitano di maggiori investimenti nella gestione dei rifiuti, nonché a identificare soluzioni innovative per la gestione dei rifiuti.
Agricoltura sostenibile: la NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati testuali sulla produzione agricola, compresi dati sulle colture, la qualità del terreno e le pratiche di gestione agricola. Se ne otterrebbe un supporto per le decisioni di pianificazione dell’agricoltura ed un aiuto a identificare soluzioni innovative per la riduzione degli sprechi alimentari, la gestione dell’acqua e la riduzione delle emissioni di gas serra nell’agricoltura.
L’agenda ONU 2030 comprende 17 obiettivi. La NLP può essere d’aiuto per alcuni di essi?
Sì, in particolare per quanto riguarda tutto ciò che ha a che fare con la raccolta e l’analisi dei dati testuali e della lingua naturale, la comunicazione efficace e l’accesso alle informazioni.
Obiettivo 3: salute e benessere – La NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di testi medici e sanitari, aiutando a individuare tendenze e modelli, facilitando la diagnosi e il trattamento di malattie.
Monitoraggio e prevenzione delle malattie: la NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati testuali sui sintomi, i trattamenti e la diffusione delle malattie. Ciò può aiutare a identificare le regioni geografiche che necessitano di maggiore attenzione e di maggiori interventi per la prevenzione e il controllo delle malattie. Inoltre, la NLP può essere utilizzata per identificare i sintomi precoci delle malattie, consentendo interventi precoci e migliorando la prognosi per i pazienti.
Monitoraggio della salute mentale: la NLP può essere utilizzata per monitorare i sentimenti e le emozioni espressi in conversazioni sui social media e altri forum online. Ciò può aiutare a identificare le persone che potrebbero avere bisogno di supporto psicologico e interventi tempestivi.
Obiettivo 4: istruzione di qualità– La NLP può essere utilizzata per sviluppare applicazioni di apprendimento basate sulla lingua naturale, consentendo l’accesso all’istruzione per tutti, anche per coloro che hanno difficoltà di apprendimento.
Valutazione dell’apprendimento: la NLP può essere utilizzata per analizzare i risultati degli esami scolastici e altri strumenti di valutazione dell’apprendimento. Ciò può aiutare gli insegnanti e gli amministratori scolastici a identificare le aree in cui gli studenti stanno lottando e a fornire supporto mirato per aiutare gli studenti a raggiungere il loro potenziale.
Personalizzazione dell’istruzione: la NLP può essere utilizzata per analizzare i dati di apprendimento degli studenti e fornire feedback personalizzato per aiutare gli studenti a migliorare il loro apprendimento.
Obiettivo 5: parità di genere – La NLP può essere utilizzata per analizzare la presenza e il ruolo dei generi nei testi, migliorando la comprensione della rappresentazione di genere in vari contesti, come nei media e nelle pubblicità.
Analisi del linguaggio sessista: la NLP può essere utilizzata per analizzare il linguaggio utilizzato nei media, nei social media e in altri forum online al fine di identificare e contrastare la discriminazione di genere e la violenza di genere. Ad esempio, l’analisi del linguaggio può aiutare a identificare gli annunci di lavoro sessisti e le descrizioni di lavoro che scoraggiano le donne dall’entrare in certe professioni.
Monitoraggio delle violazioni dei diritti umani: la NLP può essere utilizzata per analizzare i dati sui diritti umani e sui casi di violenza di genere, ad esempio i rapporti della polizia e i rapporti delle organizzazioni non governative. Ciò può aiutare a identificare le aree geografiche e le situazioni in cui la violenza di genere è più diffusa e a fornire soluzioni e interventi mirati.
Obiettivo 8: lavoro dignitoso e crescita economica – La NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di testi legati al mercato del lavoro, aiutando ad identificare le tendenze del mercato del lavoro, le competenze richieste e le opportunità di lavoro.
Analisi del mercato del lavoro: la NLP può essere utilizzata per analizzare i dati del mercato del lavoro, come le offerte di lavoro e le richieste di competenze, al fine di identificare le carenze e le opportunità del mercato del lavoro. Ciò può aiutare a sviluppare programmi di formazione mirati che forniscono le competenze necessarie per le attività più richieste dal mercato.
Miglioramento della comunicazione aziendale: la NLP può essere utilizzata per analizzare le conversazioni e le recensioni dei clienti sui social media e in altri forum online. Ciò può aiutare le aziende a comprendere meglio le esigenze dei clienti e a migliorare la comunicazione e il servizio clienti.
Obiettivo 9: industria, innovazione ed infrastrutture – migliorare la gestione dei dati in vari settori, come l’industria manifatturiera, la logistica e l’energia, al fine di ottimizzare le attività e ridurre gli sprechi.
Miglioramento della gestione dei dati: la NLP può essere utilizzata per l’analisi di grandi quantità di dati non strutturati e l’identificazione di modelli nascosti. Ciò può aiutare le aziende a prendere decisioni più informate e a sviluppare nuove soluzioni innovative.
Assistenza tecnica automatizzata: la NLP può essere utilizzata per sviluppare assistenti virtuali e chatbot che forniscono assistenza tecnica automatizzata. Ciò può aiutare a ridurre i tempi di inattività e migliorare l’efficienza delle attività industriali.
Automazione della diagnosi: l’analisi dei dati non strutturati sui problemi dell’impianto di produzione può aiutare a identificare rapidamente le anomalie e a prevenire la fermo della produzione.
Obiettivo 11: città e comunità sostenibili – migliorare la pianificazione urbana e lo sviluppo delle comunità sostenibili.
Analisi dei commenti sui social media: la NLP può essere utilizzata per analizzare i commenti dei residenti sulle piattaforme di social media e identificare le principali preoccupazioni e sfide che devono affrontare le comunità. Questo può aiutare le autorità locali a prendere decisioni più informate per migliorare la qualità della vita nelle città e nelle comunità.
Rilevamento e prevenzione della criminalità: la NLP può essere utilizzata per l’analisi di dati non strutturati sui crimini e per identificare i modelli di comportamento dei criminali. Ciò può aiutare a migliorare la prevenzione della criminalità e la risposta alle emergenze.
Obiettivo 16: pace, giustizia e istituzioni solide – La NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di testi legali, aiutando a identificare tendenze e modelli nell’ambito della giustizia e delle istituzioni legali.
Analisi dei dati dei tribunali: la NLP può essere utilizzata per analizzare i dati dei tribunali e identificare le tendenze nei casi giudiziari. Ciò può aiutare a migliorare la trasparenza e l’efficienza del sistema giudiziario.
Monitoraggio delle violazioni dei diritti umani: la NLP può essere utilizzata per l’analisi di dati non strutturati sui diritti umani e per il monitoraggio delle violazioni dei diritti umani. Ciò può aiutare a identificare le aree in cui sono necessari interventi per proteggere i diritti umani.
In sintesi, la NLP può essere utilizzata in modo efficace per supportare gli obiettivi dell’agenda 2030 in una varietà di modi, tra cui la prevenzione e il controllo delle malattie, il miglioramento dell’istruzione, la promozione della parità di genere, la creazione di lavoro dignitoso ed economia, la gestione dei dati, l’assistenza tecnica, la prevenzione della criminalità, la trasparenza e l’efficienza del sistema giudiziario e il monitoraggio dei diritti umani.
Breve rassegna di concetti con qualche umile spunto pratico per la vita in comunità.
Il paradigma della complessità è un fenomeno culturale dalle proporzioni enormi, capace di comprendere la cultura scientifica tanto quanto quella umanistica.
È capace di spiegare bene molti aspetti del tempo che viviamo e ci può dare utili consigli pratici per affrontare la complessa vita delle comunità.
La verità è distribuita
Per capirsi in quanto segue, è fondamentale un presupposto. Chi non è abituato alle stranezze del paradigma della complessità, che sposta il focus dagli individui alle relazioni, deve fare uno sforzo di apertura mentale. Cominciamo con lo smontare il concetto di verità.
Da sempre, i racconti notturni attorno al fuoco, finite le attività pratiche della giornata, sono momento di socializzazione e di condivisione dei valori culturali. È il luogo in cui la comunità costruisce le proprie grandi verità, comprese quelle narrazioni ultraterrene che danno speranza nei momenti più bui della persona ed unità d’intento nei momenti bui della comunità.
La verità è prodotto di paziente lavoro di accostamento di frammenti. Non è proprio come comporre un puzzle perché non c’è una precisa tassellazione. I frammenti si sovrappongono, s’incastrano, contengono impurità, sono danneggiati. Penso ai numerosi gialli d’investigazione che ho letto ed alle indagini giornalistiche che ho ascoltato. Penso alle testimonianze ed alle prove raccolte sulla scena del delitto.
I frammenti sono le informazioni e le conoscenze di cui ciascuno è depositario. Nessun frammento è di per sé la verità su un certo fenomeno, su una certa vicenda.
Più un’informazione o conoscenza è condivisa e più la consideriamo vera.
Siamo fatti così. Punto. Alla base della nostra capacità di conoscere ci sono dei meccanismi che inevitabilmente scoprono il fianco ad errori ed omissioni. Si pensi, per esempio, all’illusione ottica della scacchiera di Adelson.
I quadri A e B hanno lo stesso identico colore, la stessa sfumatura di grigio. Nell’immagine a destra, sono stati collegati da un rettangolo del loro colore. È inutile, non c’è nessun trucco. Ciò che percepiamo viene pre-elaborato prima di essere cosciente.
Morale: solo col confronto e col dialogo possiamo comporre il quadro e conquistare, insieme, un po’ di verità.
Tutto è connesso
Quando ragiono su qualunque cosa, persona, vicenda, fenomeno etc. spesso dimentico che la realtà è unitaria ed è solo la mia mente che la “porziona”, suddividendola in cose, persone, vicende, fenomeni etc. Non c’è un modo univoco, unico per tutti di “porzionare” la realtà: dipende dalla mia cultura, dai miei scopi, da interferenze subite dal mio processo di elaborazione… In ogni caso, la mia attenzione è limitata e devo fare una selezione, non posso esaminare tutto contemporaneamente.
Ma, sotto sotto, tutto è connesso. In base al microscopio o al macroscopio che uso, distinguo legami causa-effetto su diversi piani dell’esistenza. Col microscopio, vedo le singole pennellate del pittore sul quadro, perdo la visione d’insieme ma magari riesco a capire il perché di certi effetti specifici. Col macroscopio, perdo la cognizione di causa sulle dinamiche interne di ciò che sto attenzionando ma guadagno comprensione sulle interazioni tra l’osservato ed ambiente circostante; passo dal funzionamento e dalle funzionalità alla funzione ed alla collocazione dell’osservato (vedi “la rivoluzione olonica“).
Molto bello, da questo punto di vista, il video breve “Cosmic eye” di Danail Obreschkow.
La realtà è più importante dell’idea
Posso esaminare una qualunque questione da vari punti di vista, non solo variandoli lungo l’asse micro – macro sul piano fisico, come mirabilmente proposto nel video di cui sopra, ma anche lungo l’asse concreto – astratto. Il piano più concreto è quello dalle percezioni dirette, dei miei sensi. Le informazioni sensoriali sono più certe, più vere del sentito dire perché sono basate su meccanismi biologici comuni a tutti gli esseri umani. In linea di massima, credo che chiunque al posto mio avrebbe le mie stesse percezioni, più o meno.
Astraendo, si passa al piano delle sensazioni, poi a quello delle emozioni ed intuizioni e così via fino al piano dell’immaginario e virtuale per finire a quello spirituale.
Quante volte mi è capitato, senza riflettere attentamente, di scambiare informazioni ottenute “per sentito dire” con dati sensoriali!
Sistemi e fenomeni ben di rado sono rilevanti su un unico piano di astrazione. Penso a tutti i casi simili a quello del telefono senza fili: in una comunicazione si verifica un equivoco, si cerca di risolvere, si disputano torti e ragioni e magari la causa era un difetto della linea. Nel film “Domino” viene presa una decisione drastica che costa il braccio ad una persona. Ma la decisione comunicata non è la decisione presa, ed un tragico errore sorge su un banale disturbo della linea durante una telefonata.
Ci sono indubbiamente intrecci causa-effetto tra un piano di astrazione e l’altro – non me ne devo mai dimenticare. Per esempio, una scelta maturata a seguito di un percorso di orientamento lavorativo è un fenomeno che si svolge nei miei piani più alti ma poi ha effetto anche sui miei spostamenti fisici perché mi porterà ad accettare un lavoro distante da casa.
Molto insegna la pila ISO/OSI che codifica gli strati attraverso i quali avvengono le telecomunicazioni.
Similmente ci insegna lo studio delle comunicazioni interne al nostro cervello, tra i tre strati formatisi nel corso dell’evoluzione biologica:
lo strato rettiliano, legato agli istinti di sopravvivenza;
quello limbico, legato agli stati emotivi;
la neocorteccia ove hanno sede le funzioni mentali superiori.
Come mi ha detto di recente la nutrizionista, se misuro il Ph della saliva prima e dopo aver ascoltato tutti i dettagli organolettici del limone amalfitano, sorprendentemente lo trovo cambiato: le sensazioni evocate agiscono per via ormonale e mi preparano a cibarmi della prelibatezza immaginata.
Ciò che accade nella comunicazione (“mettere in comune”) delle comunità non è dissimile. Se in una comunità le comunicazioni non sono fluide, facili ed ordinate, non posso certo aspettarmi una gran propensione alla collaborazione ed alla comunione.
Per esempio, le comunità cristiane, che ben dovrebbero conoscere il termine “comunione”, col venir meno della cosiddetta “società cristiana”, si trovano in una condizione che richiede un adattamento. Sono come popolazioni che si concentrano sulle cime di montagne divenute isole perché le vallate si sono riempite d’acqua. Servono imbarcazioni per passare sopra ai luoghi in cui un tempo si camminava. Soprattutto, servono ponti.
Dobbiamo costruire ponti. La tecnologia rende questo compito più facile, riducendo drasticamente limitazioni spazio-temporali ma questo serve solo per focalizzarsi sulle relazioni, il lavoro va comunque fatto e chiede fatica.
Effetto Matteo
Creare connessioni significa sia farsi prossimo sia fare rete. Le reti sono strutture che consentono lo sviluppo di processi complessi. Uno dei più interessanti e vistosi fenomeni delle reti sociali è il formarsi di nodi estremamente più connessi di altri. Penso ad internet e a nodi come Google o Amazon, capaci di reggere sfide globali come quelle a cui abbiamo partecipato durante la pandemia.
Come mai alcuni nodi diventano hub, centri di comunicazione, mentre altri restano nettamente meno frequentati?
Mi immagino che accada così. Un bel giorno, un nodo sorge. Cominciano a formarsi connessioni con qualche altro nodo. Ci sono anche altri nodi simili ma questo ha un piccolo vantaggio supplementare rispetto agli altri ed attira o facilita qualche interazione più degli altri. Avendo qualche connessione in più, essendo più raggiungibile, aumentano le interazioni che lo attraversano ed aumentano le probabilità che si formino ancora nuove connessioni. Come dire: “piove l’acqua sul bagnato”. Questa è la legge di potenza o di S. Matteo (vedi Mt 25,29).
Essa mi fa capire che certi fenomeni hanno una soglia, sotto la quale le interazioni di un nodo finiscono per spostarsi verso nodi simili ma più attrattivi, che crescono esponenzialmente. Nella rete, se ci sono nodi del genere, non c’è il secondo arrivato: o sono il primo o soccombo. Nessuno sente parlare di concorrenti di Amazon.
Nel mondo della finanza, questo ha portato all’esistenza dei cosiddetti unicorni: società con capitali ingenti, di proporzioni mai viste prima nella storia. Ma non serve andare nei mercati borsistici: anche nel piccolo tranquillo acquario della mia comunità locale riconosco la presenza di nodi centralizzanti e di soglie di accesso.
Non competo contro i super-nodi, lascio che gli eventi fluiscano. Piuttosto, li sfrutto “epidemiologicamente”, per contagio. Se penso di avere un’idea migliore, potrò metterla in circolo proprio sfruttando questi concentratori. Essi mi consentono di accedere a sotto-reti sociali per me altrimenti irraggiungibili, fornendomi, loro malgrado, nuove opportunità per propagare la mia proposta, se è realmente buona.
Crisi e catastrofi
La comunità è costantemente in divenire. Si evolve, cambia sotto i miei occhi. Trovo molto utile discernere ciò che posso controllare ed influenzare rispetto a ciò che devo considerare come un dato da acquisire o monitorare.
Particolarmente utile è poi riuscire a preconizzare i momenti critici, in cui il sistema subirà variazioni repentine per poi ri-stabilizzarsi raggiungendo una sorta di “nuova normalità”, piuttosto che esplodere o implodere.
Qualche volta, certi rapporti e certi gruppi della comunità sono come quadri appesi a rovescio.
È impossibile prevedere da che parte si muoverà il quadro per raggiungere il proprio equilibrio: ruoterà in senso orario o anti-orario?
Immagine generata da un’intelligenza artificiale: “quadro appeso ad un muro con un chiodo”
In ogni caso, si tratta di sorgenti di rischio / opportunità prossime ad avverarsi. Per prepararmi, cerco di immaginare qualche scenario, quelli più probabili, e di prevedere gli effetti nei vari casi. Nell’attesa dell’ineluttabile, cercherò senz’altro di influenzare il sistema come posso, in modo da indurlo a “cadere” nella direzione che ritengo più opportuna.
Inoltre, cercherò di agire come se i casi più probabili fossero contemporaneamente veri sebbene uno solo verrà “selezionato” dalla realtà. Per esempio, se devo andare a comprare il pane ed il tempo è incerto, ipotizzo sia lo scenario: “pioverà” sia lo scenario: “non pioverà”. Decido di portare con me l’ombrello perché se è vero che pioverà allora l’ombrello mi sarà utile e se è vero che non pioverà, l’ombrello non sarà comunque un grande impiccio.
Sono persuaso che prepararsi ai momenti critici prevenga conflitti. Correre ai ripari a posteriori, spinge alle chiacchiere, alle critiche, al senno di poi etc. Non ho quindi timore a proporre in comunità momenti di discernimento e sessioni di pianificazione, anche se non vengono molto spontanei…
Il tempo del cuore
Nel momento della crisi, un fitto intreccio di legami causali si manifestano compensandosi, contrastandosi e potenziandosi vorticosamente. Come orientarsi se ci si trova presi dentro?
Non sono a scuola con i miei figli ma, in qualche modo, devo prendere decisioni inerenti il loro stare a scuola. Devo quindi conoscere la loro classe ed i loro insegnanti. Capitano situazioni complesse, in cui non è facile capire se l’insegnante sia troppo rigida o gli studenti troppo bravi nel raccontare i fatti. Per comprendere, si rende necessario interagire, rischiando di toccare una delle corde sensibili di un intrico di rapporti. L’osservatore influenza l’osservato. A voler calcolare tutte le possibilità, tutti gli scenari possibili, non si passerebbe mai all’azione.
Sento parlare, in più ampia prospettiva, di un mondo sempre più VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity), come se vivessi stabilmente nell’instabilità, in un crescendo di stimoli ed interazioni mediatiche e sociali.
Per definizione, il nostro comprendonio è insufficiente: non ha tempo né spazio a disposizione per accogliere in sé tutte le informazioni, metabolizzarle e secernere decisioni ottimali. Non resta che affidarci all’intuito, armati di coraggio.
Dopo l’era della forza “muscolare” e dopo quella della supremazia intellettiva, mi trovo nel tempo del cuore. Ora sono vincente se ho coraggio, se riesco a lanciare il cuore oltre il confine angusto del mio comprendonio, dove si trova l’altro.
Quella della limitata capacità predittiva dei modelli deterministici è ormai una lezione ben consolidata persino dalla scienza. Tanto per fare un esempio, ricordo l’episodio delle previsioni del tempo calcolate col computer da Edward Lorenz, quello dell’effetto farfalla. Con la mente vado agli Anni ’60, un decennio prima della mia nascita. I meteorologi dell’epoca disponevano già di misure di pressione, umidità, velocità del vento, temperatura e così via raccolte tramite migliaia tra stazioni e palloni sonda. Un diluvio di dati umanamente intrattabile. Ma cominciavano ad essere disponibili i computer.
Il modello di Lorenz, basato su una dozzina di variabili, richiedeva ore ed ore di calcolo, durante il quale era possibile esaminare la computazione in corso. Ad un certo momento, Lorenz si accorse che la computazione variava sorprendentemente, bruscamente. Bastò variare l’ultima cifra decimale, un nonnulla dovuto all’approssimazione dello strumento di calcolo, per ottenere previsioni opposte: dal bel tempo alla bufera.
Una leggerissima differenza nel trattare le approssimazioni da parte di due sistemi di calcolo utilizzati, si è manifestata in previsioni del tempo diametralmente opposte a parità di procedura di calcolo!!! Questa è la tipica situazione caotica.
Non è difficile costruire architetture caotiche: si pensi al pendolo doppio. Ma mi affascina in particolare il modello dei boids.
Si tratta di un modello utilissimo nelle riflessioni riguardanti la comunità. Poche semplici regole descrivono omogeneamente il comportamento di tutti gli individui. Questo basta per restituirci lo schema complessivo del comportamento di un super-organismo, per nulla banale, come il movimento di uno sciame di insetti, di uno stormo di uccelli, di un branco di bufali o di pesci, della gente che gira a piedi in un centro commerciale, dei pensieri che migrano nelle nostre inquietudini etc. In rete si trovano numerosi simulatori dei boids con i quali divertirsi. Uno di questi è disponibile qui.
La morale è che le situazioni caotiche sono quelle così sensibili alle condizioni di partenza che basta uno sguardo di troppo per condizionare lo svolgersi degli eventi scatenati, sfuggendo ad ogni mia previsione.
Intermezzo: i frattali – il caos e la bellezza
La matematica è capace di costruire sistemi caotici. Il costrutto matematico caotico per eccellenza è il frattale. Ne posso concepire uno molto semplice usando l’iniziale del mio nome: N, che disegno tracciando tante N messe in fila, ciascuna delle quali è tracciata scrivendo la lettera N… e così via. Come si intuisce, se potessi procedere all’infinito con infinita precisione nel tracciare N, avrei fatto un disegno che, quasi magicamente, non cambia che io usi delle lenti di ingrandimento oppure no. Ciò che vedo si somiglia, a qualunque scala.
In Natura esistono numerose strutture paesaggistiche (es. le linee costiere) o viventi che sono auto-somiglianti. Un esempio per tutti: il cavolo romanesco.
Quando lo guardo, non posso non restare catturato dalla sua incredibile struttura geometrica.
Passando dalla “N” e dal cavolo ad una curva matematica definita tramite equazioni, si ottengono immagini infinitamente articolate, che, come accadeva all’iniziale del mio nome, si ritrovano a differenti scale di ingrandimento. Talora le figure ottenute hanno forme che ricordano esseri viventi.
Qui di seguito ecco un viaggio dentro un frattale di Mandelbrot.
Viaggio dentro un oggetto matematico: un frattale di Mandelbrot, un costrutto infinito con dimensione frazionaria, basato sul concetto di auto-somiglianza.
Tutto questo per dire che, in certi casi…
imprevedibile è bello!
Il tutto funziona grazie all’apporto di ogni sua parte
A volte non resta che accettare l’impossibilità di mantenersi osservatori neutrali ed il fatto che, quindi, qualunque sarà l’azione che scelgo di intraprendere, ci saranno effetti prevedibili ed effetti non prevedibili. In ogni caso, non posso controllare da solo tutti gli aspetti ed ho necessità di comporre il mio sguardo ed il mio agire con quelli degli altri.
Accettare la complessità senza buttare via nulla significa anche rinunciare ad un orchestratore, a qualcuno che imponga dall’alto indicazioni sul da farsi. Il percorso si costruisce insieme, cammin facendo.
Per non perdere la bussola, c’è un modo. Di nuovo il paradigma della complessità offre spunti utilissimi. La questione è cruciale quindi mi soffermo snocciolando tre argomentazioni analoghe mutuate da domini del sapere disparati.
La prima lezione ci viene dalla fisica: la sincronizzazione dei metronomi. È il tavolo che, oscillando sotto la loro spinta, li induce a sincronizzarsi.
La seconda è quella della guerriglia dei nativi americani dell’epoca di Toro Seduto. Gruppi animati da un unico credo, profondi conoscitori del territorio, assalivano e scomparivano come fantasmi senza neppure bisogno di coordinarsi.
La terza lezione è quella delle Lettere di S. Paolo (quelle autentiche, non le deutero-paoline, vedi per esempio 1 Cor 12), in cui è forte il richiamo alla figura della chiesa come corpo di Cristo (senza specificare che Cristo ne è il capo come fanno invece le lettere deutero-paoline). Paolo punta il dito sull’unitarietà nella differenziazione, sull’armonia delle parti che concorrono al tutto.
Fare rete
Creare connessioni nel tempo del cuore… Come?
Le connessioni buone si creano come spiegato ai versetti da 25 a 37 del decimo capitolo del Vangelo secondo Luca: servono compassione, competenza e collaborazione. Sfruttando la rete stessa, più che lavorare per mantenermi connesso con Tizio, Caio e Sempronio separatamente, ottengo molto di più annettendoli tutti e tre alla rete che ho già. Il prezzo è quello di perdere un pochino il controllo e di lasciare che la rete si contamini e si evolva. L’importante è che il faro dell’unitarietà verso il quale guardare sia uno solo per tutti i membri della rete.
Le connessioni tossiche si creano in tanti modi, per esempio quando si persegue il quieto vivere. Sotto la coltre del silenzio, del non detto, si cela il seme della rovina, pronto ad infestare appena le condizioni lo consentono. Prima, sembra tutto sotto controllo. Dopo, si capisce che era solo un’illusione. Interessante il video seguente.
Provo a ragionare sulla dinamica esplosiva del quieto vivere usando il concetto fondamentale della cibernetica: quello degli anelli di retroazione.
Immagino di essere il timoniere che conduce la barca nel flusso delle interazioni interpersonali. Sono concentrato sul correggere la rotta in base alla direzione desiderata ed a quella verso la quale, di volta in volta, la corrente mi spinge. Ad un certo momento, incappo in un rapporto interpersonale che decido di gestire con l’approccio del quieto vivere. Il comportamento di questo mio amico mi infastidisce ma tollero, aspettandomi comprensione e autonomo adattamento da parte sua. Lui invece si sente autorizzato a perseguire nel proprio comportamento. Si forma un vortice nella corrente, la mia imbarcazione si carica di energia cinetica, accelerando e vorticando su se stessa, finché… Bum! La relazione si incrina. Insomma, il quieto vivere è una strategia loose-loose!
Al contrario, più tengo saldo il legame con una persona molto differente da me e più ho l’opportunità di vivere un’intensa dinamica di crescita. La contraddizione (negare ciò che si è divenendo ciò che non si è) è vitalità! Il simbolo yin-yang che, non a caso, tanto affascinava il fisico quantistico Niels Bohr, spiega benissimo il concetto.
Ecco dunque un altro importante spunto operativo per aver cura delle comunità: laddove colgo una contraddizione, ho trovato un’opportunità.
L’ologramma della comunità
Cerco di comprendere gli ologrammi, affascinanti rappresentazioni tridimensionali, ma non è facile esaminare il loro funzionamento interno perché è basato su diffrazione ottica ed interferenza tra onde luminose.
Tuttavia il comportamento tipico degli ologrammi ha strette analogie con fenomeni a me molto familiari, come, addirittura, la mia stessa mente. Lo colgo da episodi di vita quotidiana. Quando il sonno mi assale, i pensieri sbiadiscono, non spariscono uno per volta. Quando il sole tramonta, forme e colori diventano gradualmente confusi, non smetto di vedere un elemento paesaggistico alla volta. A mano a mano che l’informazione si riduce, nella mia mente la rappresentazione resta completa ma i dettagli sono sempre meno nitidi, più confusi.
L’analogia tra la mente e l’ologramma può essere fatta in termini di come la conoscenza e le informazioni sono distribuite e organizzate all’interno di essa. Ogni parte della mente contiene informazioni sull’intero sistema mentale, e ogni porzione di esso può essere utilizzata per ricostruire l’immagine completa.
Inoltre, alcuni ricercatori hanno proposto che la mente possa essere descritta come una sorta di codice olografico, in cui l’informazione è distribuita non limitatamente ad un punto specifico ma distribuita su tutto il sistema mentale (si dice “nonale”, contrario di “locale”).
Questa analogia è stata utilizzata per descrivere alcune proprietà della mente, come la capacità di ricordare informazioni anche se solo una piccola parte dell’informazione originale è disponibile.
La metafora vale anche tra ologramma e comunità, in termini di come l’informazione e la conoscenza sono distribuite all’interno di esse. In una comunità, la conoscenza e le informazioni possono essere condivise tra i membri, e ogni individuo può contribuire a creare una comprensione più completa della comunità stessa. Analogamente, in un ologramma, ogni parte contiene informazioni sull’intera immagine, e ogni porzione di esso può essere utilizzata per ricostruire l’immagine originale.
Inoltre, in una comunità, ogni membro ha il proprio ruolo e contribuisce alla sua funzionalità, e una comunità non può esistere senza la partecipazione di tutti i suoi membri. Allo stesso modo, in un ologramma, ogni parte è necessaria per la sua creazione e funzionamento.
Come per la mente, noto che l’informazione è distribuita in modo non locale, ovvero non limitata ad un punto specifico ma distribuita su tutta la comunità.
Complessivamente, la comunità è in grado di esprimere proprietà emergenti, non riducibili alla somma dei contributi dei singoli. Eccone qualche esempio.
Cooperazione: raggiungere obiettivi comuni, come lo sviluppo economico, che non sarebbero stati raggiunti da ciascun individuo agendo da solo.
Cultura: sviluppare una propria cultura, proprie tradizioni, valori e norme sociali, che non sarebbero stati creati dai singoli individui.
Solidarietà: senso di sostanziale convergenza o identità di interessi, idee, sentimenti tra i membri della comunità, che può portare ad azioni di aiuto reciproco in caso di bisogno.
Comunicazione: canali e reti utilizzati per scambiare informazioni e coordinare le azioni.
Identità: immagine di sé distinta dalle altre comunità, basata su un insieme di caratteristiche, quali la cultura, la storia, i valori, le tradizioni.
Intelligenza collettiva: capacità di risolvere problemi, prendere decisioni, generare conoscenza e innovazione, grazie alla interazione e alla cooperazione dei propri membri.
Amore reciproco: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. (Gv 13,34-35)
Soluzioni integrali
C’è un valore rispetto al quale cerco di ispirare ogni azione e progetto che impatta sulla vita comunitaria: la sostenibilità, intesa come capacità di progettare ed attuare consapevolmente modelli di sviluppo economico-lavorativo e sociale-relazionale in equilibrio nello spazio e nel tempo, con vantaggio complessivo.
Ora, considero che il mondo in cui vivo è piccolo (small word), tanto che nella rete sociale globale è stato stimato che la “distanza sociale” tra un cittadino italiano qualsiasi, me compreso, e il presidente degli USA è mediamente di sei strette di mano.
La conclusione di questo percorso partito dalla scacchiera di Adelson è che le soluzioni sostenibili, quando si vuole far crescere una comunità, sono sempre integrali: non si può lasciare indietro nessuno. La comunità va considerata nella sua interezza.
Certo, è una sfida grande quella di ripensare la comunità di cui faccio parte cercando di ricomprendervi tutto e tutti. La tentazione di semplificare e selezionare è forte. Ma non è necessario che io capisca e controlli tutto e tutti, solo che comprenda, che prenda dentro, che consideri la comunità nel complesso, cioè, come suggerisce l’etimologia, nel suo inestricabile intreccio, preparandomi anche ad accettare novità impreviste.
Della serie: “Dio c’è ma non sei tu. Dunque, rilassati!”.
Nei progetti di cambiamento delle organizzazioni, nelle aule dei tribunali, nella ricerca scientifica, nei luoghi della politica… la verità costruita insieme è alla base delle decisioni. I dati sono più utili quanto più vengono correlati con altri, integrando i vari punti di vista. In questo senso, non esistono in linea di principio dati esatti ma dati più o meno circostanziati, attendibili, compatibili con i vincoli stabiliti.
Costruire verità componendo tasselli
Quando trattiamo informazione e conoscenza in divenire, formuliamo delle ipotesi o degli scenari ipotetici ed immaginiamo il loro evolversi o lo simuliamo con sistemi simbolici o informatici.
Se ci accorgiamo che gli scenari ipotizzabili sono troppi o conducono a conseguenze troppo diverse tra loro, sentiamo il bisogno di acquisire altre informazioni, altri tasselli del puzzle che si sta via via componendo.
Talvolta, le competenze necessarie sono troppe e non c’è il tempo utile per acquisirle, e ci rivolgiamo a chi ne sa di più. Ogni volta che andiamo dal medico o che ci rivolgiamo ad un altro consulente per avere una sua valutazione, dobbiamo ovviamente prima condividere con questa figura ciò che sappiamo. Poi entra in gioco il consulente ed ecco che i punti di vista sono diventati due, i vincoli sul sistema da modellare sono aumentati, gli scenari ipotetici si sono sfrondati e riusciamo anche a prevederne più accuratamente la loro evoluzione.
In aggiunta, o, se non c’è possibilità di coinvolgere un consulente, in sostituzione, è utile confrontarsi con un nostro pari, che potrebbe non saperne di più ma sicuramente ha un’esperienza ed una sensibilità propri. Le modalità di coinvolgimento sono simili, come pure i risultati ottenuti. La differenza è che più questa persona ci è vicina e più sono le informazioni di contesto già condivise. Sull’effettiva utilità del confronto con un pari nel recuperare informazione e conoscenza in divenire, le aspettative sono naturalmente minori. Non è però opportuno sottovalutarle: addirittura, spesso gli esperti apprezzano l’apporto degli “incompetenti” anche solo per le questioni che sollevano o perché mettono in evidenza aspetti che l’esperto considerava scontati.
Quando si trattano informazione e conoscenza in divenire, l’unione fa la forza!
Osservare sistemi che cambiano nel tempo
Mentre siamo al lavoro sulla costruzione del nostro modello mentale o matematico o informatico, mentre in nostri ingranaggi cerebrali sferragliano e neuroni e bit lampeggiano, non è detto che il sistema da modellare resti immutato, in attesa che noi possiamo trarre le conclusioni o fare qualche altra osservazione. Ci sono addirittura situazioni in cui è l’atto stesso di rilevare e misurare ad interferire con l’evoluzione di ciò che si vorrebbe osservare. Si pensi alla somministrazione di un questionario ad una persona o alla determinazione di velocità e posizione di una particella subatomica.
Come consulente informatico, per me, lavorare con informazione e conoscenza in divenire è la norma! Si fanno riunioni per definire come sarà una certa interfaccia utente, quali sono i dati da trattare, quali gli obiettivi, eccetera eccetera. Si comincia a sviluppare il software e si fa vedere qualche bozza al committente, la cui immaginazione viene stimolata verso una maggiore consapevolezza.
Mentre il cantiere informatico è in pieno svolgimento, le specifiche possono cambiare, portando a rilavorazioni. Il fatto è che, per i non addetti ai lavori, immaginare un percorso di trattamento dati tramite strumenti informatici è difficile. Quando si vedono le prime schermate funzionare, le “celluline grige” ricevono stimoli creativi. È normale che si cambi idea.
Questo schema è trasversale rispetto alle varie discipline, non è specifico dell’ambito informatico. Per fare un altro esempio, si consideri il piano alimentare prodotto da un nutrizionista o dietologo: gli effetti di variazioni dell’alimentazione su un sistema complesso, com’è quello del mio corpo, sono difficili da prevedere ed è più efficace assestare il piano alimentare a mano a mano che emergono discrepanze tra effetti previsti ed effetti rilevati.
Conviene accogliere la prospettiva che ci saranno modifiche in corso d’opera ed organizzare apposite sessioni di approfondimento d’analisi ed affinamento del modello. Le attività da svolgere non possono che essere precisate cammin facendo. Di conseguenza, anche l’offerta economica dovrà essere precisata in itinere.
La complessità va abbracciata.
Verità inconoscibile, rischi ed opportunità
Quando si sta elaborando informazione e conoscenza in divenire, può capitare che una parte della verità risulti definitivamente sfuggente. Ecco qualche esempio:
assoluzione per insufficienza di prove:
impossibilità di conoscere con precisione contemporaneamente velocità e posizione di una particella;
iniziare a sviluppare un sistema software senza sapere quali saranno le effettive necessità degli utenti, in futuro;
un’improvvisa inversione di una tendenza di mercato, proprio nel settore principale della nostra azienda.
Ci tocca accettare il fatto di non essere onniscenti e di dover comunque prendere decisioni ed andare avanti. Ogniqualvolta lo facciamo, ci assumiamo rischi ed opportunità, cioè sappiamo che il sistema che ci siamo mentalmente rappresentati potrà evolversi in vario modo, più o meno favorevole.
Compiere un’analisi dei rischi e delle opportunità consiste essenzialmente nell’identificare e misurare i nessi causali tra eventi inerenti il sistema osservato. Particolarmente utile è focalizzarsi sui percorsi circolari, cioè retroattivi, e cercare di capire se tendono all’equilibrio o all’esplosione. Queste sorgenti di complessità e disordine sono solitamente proprio
Rappresentare informazione e conoscenza in divenire
L’informatica ci consente di superare un tradizionale limite dei modelli matematici entrando nel mondo della simulazione. Per esempio, la chimica computazionale consente di progettare molecole al computer, accelerando a dismisura il processo di ricerca e sviluppo. Per fare un altro esempio, il web-to-rendering, analogo al “web-to-print“, consente di produrre immagini tridimensionali foto-realistiche a supporto di processi decisionali. In qualche senso, questo consente di fruire già di un prodotto sebbene ancora non esista. Per rappresentare processi aziendali progressivamente, ci si può avvalere di strumenti come Connexio.
1=0,9999….?
Per concludere questo percorso, vorrei portare l’attenzione del lettore sul fatto matematico che 1 è uguale a “0,999…”. L’uguaglianza si può dimostrare a partire dal fatto che “0,999…” è 0,9 + 0,09 + 0,009 +… ovvero che 0,999… è 9/10 + 9/100 + 9/1000 +…. Attingendo all’analisi matematica, si può applicare la formula per la somma delle serie geometrica, cioè una serie in cui si mantiene costante il rapporto tra un termine ed il successivo, si può concludere quanto affermato.
Si noti però che questa uguaglianza è di natura topologica. Algebricamente non è per nulla scontato. Ed ora apriamo una finestra sulla complessità. Notiamo che 0,999… indica una procedura iterativa divergente, cioè senza fine:
scrivi zero;
scrivi virgola;
scrivi nove;
torna al passo precedente.
La procedura è impraticabile, proprio perché è senza fine. Quindi se noi cercassimo di sostituire 1 con 0,999… in un qualunque calcolo matematico, lo renderemmo inconcludente!
Il concetto di flusso è fondamentale ed è uno strumento che non può mancare nella cassetta degli arnesi di chi si occupa del Paradigma della Complessità. Potrebbe persino precedere quelli di tempo e spazio. Per studiarlo, comincio con un piccolo glossario dei termini correlati al concetto di flusso.
A
Affluire
Scorrere verso un luogo.
Archivio
Insieme organizzato di dati di consultazione omogenei, aggiornato costantemente o periodicamente, da cui un sistema di elaborazione o di documentazione automatica può ricavare indici, tabelle, ecc. Un archivio di grandi dimensioni e accessibile a un pubblico più o meno vasto è chiamato banca dati
C
Condensatore elettrico
Componente elettrico che ha la capacità di immagazzinare l’energia elettrostatica associata a un campo elettrostatico.
Confluire
Giungere a scorrere insieme unendosi.
D
Defluire
Fuoriuscire, scorrere via, uscire.
Diramarsi
Dividersi in rami.
E
Effluire
Scorrere fuori.
F
Flusso
Movimento continuo di persone o cose (anche astratte) che susciti l’immagine dello scorrere. Insieme organizzato di dati omogenei che intervengono o sono sottoposti a elaborazione. Alta marea. scorrimento di un liquido o altro fluido su una superficie o attraverso un determinato condotto. La massa di un liquido organico in movimento nei proprî organi e vasi.
Foce
Il punto terminale di un corso d’acqua che s’immette nel mare, in un lago, o in un altro corso d’acqua.
Fondo
L’insieme dei mezzi monetari che un individuo, una categoria d’individui, un’impresa, una collettività detengono o richiedono in un dato periodo per uno scopo determinato.
I
Influire
Scorrere verso un luogo. Di cosa che insieme con altra concorre a produrre un determinato effetto.
M
Magazzino
Struttura logistica in grado di ricevere le merci, conservarle (stoccaggio) e renderle disponibili per lo smistamento, la spedizione e la consegna.
P
Punti di vista lagrangiano ed euleriano
La misura di un flusso è una quantità soggetta a variazioni spazio-temporali, dove per spazio intendiamo un qualunque sistema costante o quasi agli occhi dell’osservatore, mentre per tempo intendiamo un susseguirsi di interazioni tra osservato ed osservatore. La variazione della misura può essere esaminata da un osservatore solidale allo spazio o al tempo. I due punti di vista sono, nell’ordine, quello euleriano e quello lagrangiano. Eulero si mette in riva al fiume ed osserva come cambiano i parametri fisici delle particelle che passano in un punto dato. Lagrange fissa l’attenzione su una particella e segue la sua evoluzione nel suo percorso.
R
Rifluire
Scorrere indietro. Scorrere di nuovo.
S
Scorrere
Muoversi dentro una guida, un tracciato.
V
Vaso di Espansione o Polmone
Componente idraulico presente nelle caldaie per il riscaldamento domestico. Ha la funzione di contenere le variazioni improvvise di pressione del circuito evitando sbalzi e colpi d’ariete, che altrimenti dovrebbero essere assorbiti dall’impianto, con possibili danni allo stesso.
I termini correlati al concetto di flusso sono utilizzabili in numerosissimi contesti: geografia, biologia, chimica, fisica, demografia… A riprova di quanto questo concetto sia fondamentale.
Le verità che conosci sono quelle che hai condiviso con altri. Non ci sono verità che conosci solo ed esclusivamente tu. Il punto di vista della singola persona non è sufficiente per produrre una verità. Può sembrare un’affermazione brutale, quasi arrogante. Però, rifletti…
Il fatto è che la nostra percezione è condizionata da ciò che abbiamo già in mente. Per questo esistono illusioni ottiche come quella della scacchiera di Adelson.
Puoi farlo anche tu…
Prendi due fogli di carta, uno di carta bianca e l’altro di carta grigia. Dividili ciascuno dei due fogli in quadrati precisi e disponi i quadrati ottenuti a scacchiera, tenendo un quadrato grigio in più da parte. Poggia su un angolo della scacchiera un oggetto cilindrico con diametro grande circa come il doppio del lato dei quadrati e colloca l’illuminazione in modo che l’ombra del cilindro si proietti sulla diagonale della scacchiera. Poggia il quadrato grigio aggiuntivo su un quadrato bianco in ombra ed il gioco è fatto. Disponi l’osservatore in modo che il suo sguardo sia lungo la diagonale perpendicolare a quella dell’ombra del cilindro.
Finché non sposti il quadrato aggiuntivo e non lo sovrapponi ad un quadrato grigio tra quelli ben illuminati, l’osservatore crederà che il quadrato aggiuntivo è grigio anziché bianco.
È facile sbagliarsi! Finché non si cambia punto di vista, la scena è ingannevole.
Ogni punto di vista fornisce un indizio. Cooperando, si costruisce progressivamente la verità.
Mentre un puzzle riguarda un’immagine statica e limitata, la realtà cambia ed è immensamente più vasta delle esperienze dell’intera vita di una persona.
Il lavorio di riflessione, comunicazione, studio etc. dura, salvo impedimenti, finché non ci sembra di aver raggiunto sufficiente capacità di predire il comportamento di ciò che stiamo cercando di conoscere.
Principali errori
Escludere, non ascoltare, ignorare… Siamo tentati di semplificare per prendere controllo. Finiamo con l’ingannarci, credendo di vedere legami causa-effetto che non ci sono. Si parla di pregiudizi. Sia chiaro: i pregiudizi sono utili quando occorre agire prontamente. Non è difficile immaginare situazioni in cui tardare a reagire può condurre a conseguenze peggiori di quelle incorse prendendo una decisione imprecisa o sbagliata. Fissarsi su un’interpretazione è normale. Se durante una travagliata discussione o riflessione si finisce per tornare su una stessa posizione, si tende a concludere che tale posizione è corretta. Però si può incappare in un auto-inganno: possiamo aver ripetuto lo stesso errore, anche da percorsi differenti! L’effetto di ri-conoscere la posizione assomiglia purtroppo alla sensazione di aver avuto un’intuizione. Occorre dunque provare a smuoverci dalla fissità, scuoterci introducendo nei nostri pensieri personali o condivisi un elemento esterno, nuovo: uno stimolo creativo.
Tra il pregiudizio e la verità si sviluppa la dinamica della riflessione e della comunicazione
Attraverso la comunicazione e la riflessione, il modello che ci siamo fatti in testa interagisce virtualmente con la realtà. Cosa succederebbe se bevessi del detersivo? Posso conoscere la risposta studiando o parlando con qualche esperto, non serve provare direttamente!!! Che io provi direttamente o che io sfrutti le esperienze di altri, in qualche modo ho messo a sistema la mia rappresentazione mentale con la realtà. Ecco spiegato perché le verità che ci sembrano più vere sono quelle espresse con numeri e formule: la matematica è ciò che conferisce il sapore di esattezza alle cosiddette scienze esatte. Il suo linguaggio è convenzionale e condiviso in modo amplissimo, tanto da superare le ambiguità degli schemi linguistici delle lingue naturali.
In conclusione, possiamo dire che persino la matematica è un’opinione, solo che è la più condivisa in assoluto!
Cos’è il paradigma della complessità? Da dove cominciare per studiarlo? Cosa leggere, quali video guardare? Con chi confrontarsi? A cosa serve? Come utilizzarlo nel lavoro, in famiglia, in comunità, in società? Che rapporto c’è con l’approccio olistico?
Cos’è il paradigma della complessità?
Un paradigma del pensiero scientifico è costituito da regole metodologiche, modelli esplicativi, criteri di soluzione di problemi. Una rivoluzione scientifica è un cambio di paradigma. Le nuove mentalità o paradigmi cognitivi sono indotte dalle rivoluzioni scientifiche, si pensi alla teoria della relatività e al relativismo.
L’ultimo paradigma è quello della complessità.
Il paradigma della complessità, come l’approccio olistico, rifiuta l’idea semplicistica secondo la quale un sistema si spiega come semplice somma delle parti. Gli intrecci tra le parti del sistema rendono il tutto superiore alla somma delle parti. La vita, per esempio, non si può spiegare come semplice composto chimico ma è organizzazione, è uno schema che tende a conservarsi e replicarsi.
In più, rispetto all’approccio olistico, il paradigma della complessità fa entrare in gioco il rapporto tra osservatore ed osservato, ammettendo la possibilità di modellare anche quando il controllo dell’osservatore non è completo. Un sistema in cui le parti interagiscono tra loro può essere complicato ma, finché l’osservatore ritiene di averne il controllo completo, non varca la soglia della complessità.
Materiali per iniziare comprendere il paradigma della complessità
Di fronte a molte delle opere di Pollock o Kandisky, il cervello non è in grado di riconoscere caratteristiche pre-codificate: non focalizza l’oggetto.
Ciclo di Dune, saga fantascientifica di Frank Herbert: Dune (1965), Messia di Dune (1969), I figli di Dune (1977), L’imperatore-dio di Dune (1981), Gli eretici di Dune (1984), La rifondazione di Dune (1985)
Avvertenza: questo articolo è in continua revisione. La Teoria dei Flussi è in allestimento e, probabilmente, resterà tale per anni. I principi generali, inizialmente si formulano in modo approssimativo e sovrabbondante; quindi si selezionano e si consolida ciò che resta alla prova dei fatti. Se non ci fosse questa retroazione tra riscontri pratici e principi generali, l’evoluzione della stessa TdF sarebbe priva di intelligenza.
I meta-principio della Teoria dei Flussi: l’evolversi della TdF stessa è un flusso e comporta retroazioni nel proprio interno.
Quando si modellano concetti così fondamentali, è facilissimo cadere nella trappola della definizione circolare. Ecco un esempio. Proviamo a definire: “sistema” seguendo la via dei dizionari linguistici.
Sistema = connessione di elementi in un tutto organico e funzionalmente unitario.
Elemento = ciascuna delle parti che concorrono a formare un tutto organico.
Si vede subito che la prima definizione dipende dalla seconda che dipende dalla prima, quindi in totale non abbiamo definito un bel niente.
Per non cadere in trappola, dovremo cercare di definire concetti spiegando come si usano nei ragionamenti, secondo lo stile assiomatico: si parte dal presupposto di un linguaggio semplice e chiaro, dato per scontato, si aggiungono nuovi termini e si formulano assiomi, cioè proposizioni o schemi di proposizioni ritenuti sensati.
Principi
Il pensiero è un flusso. Ciascun pensiero è un flusso. Ciascuna cosa pensata da chiunque è un flusso.
Il passare del tempo soggettivo è lo scorrere dei pensieri rispetto a quello delle percezioni sensoriali.
Un flusso è oggettivo se e solo se è identificabile da chiunque. Necessariamente, sono coinvolte delle percezioni.
Il tempo oggettivo è lo scorrere del tempo di tutte le persone, coordinato tramite convenzioni sulla base delle percezioni sensoriali.
I flussi di conoscenza analitica confluiscono nel flusso di conoscenza complessivo. Il flusso complessivo di conoscenza defluisce in flussi di conoscenza analitica.
L’attenzione è limitata: si seleziona una parte di tutto ciò che percepiamo o immaginiamo e si ragiona su quella. Concentrarsi comporta trascurare ciò che non è attenzionato. Ampliare la prospettiva comporta trascurare dettagli.
Porre attenzione è selezionare. Ciò che descriviamo e modelliamo è ciò che percepiamo di ciò che sta nello spazio informazionale selezionato.
Input e output sono flussi. L’esecuzione di un programma inizia e termina senza memoria. Noi potremmo accumulare i flussi input e album e farli retroagire con il flusso esecutivo. Semantica tra logica di flusso esecutivo e logica di algoritmo.
I dati sono flussi e i programmi sono dati. I dati possono essere incerti, correlati, intrecciati… quindi anche i programmi.
Il pensiero è il risultato di un interferenza, non può che essere ologrammatico. Quando mi assopisco, l’intensità di ciò che penso viene meno; riducendo la luce, ricevo meno stimolo visivo ed aumenta l’incertezza, la stabilità dell’interpretazione delle immagini che mentalizzo.
La determinatezza di un dato corrisponde all’intensità del suo afflusso esecutivo.
Contare presume distinguere ma talvolta le forme percepite fluttuano, i loro contorni sono parzialmente indistinti. In quale momento della mitosi la cellula è diventata due cellule? Per il libro della Genesi, l’uomo è immagine di Dio da solo o solamente quando è in relazione (a sua immagine lo creò, maschio e femmina li creò)? La fluttuazione può essere in ciò che osservo o nel mio osservare, non importa. Fintantoché c’è fluttuazione, l’interazione con le parti è anche interazione col tutto e viceversa.
All’estremo, flussi con i quali si interagisce con tutti loro o con nessuno di loro sono totalmente confondibili. Questo misura l’unione di una coppia di sposi.
Il fenomeno del collasso degli stati nel momento della valutazione o misura avviene quando si cristallizza la scelta valutativa, quando si astrae, quando si passa da una logica in cui si hanno entità solidali i cui legami sono fuori controllo ad una in cui è tutto esplicito. Questa è l’essenza della semantica, nel bene e nel male. Questo va formalizzato definendo una semantica tra logica di base e logica classica.
Il concetto di determinatezza di un flusso si concretizza con l’omogeneità delle interazioni con tale flusso.
Nella logica dei livelli di astrazione, l’energia di un flusso concreto può essere diffusa in tanti flussi ed emergere come energia di un flusso astratto. Così la persona consacrata trasfigura la sua energia relazionale. Così ha senso l’esclusività del rapporto nuziale.
Utilizziamo i cooky nel nostro sito Web per fornirti la migliore esperienza di navigazione registrando le tue preferenze visita dopo visita. Selezionando "Accetto", acconsenti l'uso di tutti i cooky.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.