• NLP per interazioni uomo-macchina sostenibili

    NLP per interazioni uomo-macchina sostenibili

    [Tempo di lettura: 11 minuti]

    Sostenibilità, persona centrata su se stessa, trattamento dell’informazione e della conoscenza non sembrano 3 parole chiave correlate. Invece, il ragionamento sulla sostenibilità delle interazioni tra persona ed internet riguarda la quotidianità. Poniamoci insieme qualche domanda: quali sono le criticità in questo rapporto, quale l’impatto, quali le situazioni umane in cui l’impatto diventa insostenibile, cosa si può fare concretamente. Su quest’ultimo aspetto, ci focalizzeremo sull’applicazione della linguistica computazionale, che si traduce nella tecnologia dell’elaborazione del linguaggio naturale ed avvicina la macchina alla persona.

    Quali sono le principali difficoltà nelle interazioni tra persona e computer?

    Queste le principali sfide della vita quotidiana:

    • Difficoltà di comprensione: i messaggi che compaiono sugli schermi dei computer spesso si presentano in una lingua tecnica e complicata che può essere difficile da comprendere per gli utenti. In particolare, possono comparire messaggi di errore ambigui o poco chiari, che rendono difficile per gli utenti capire cosa è andato storto e come risolvere il problema.
    • Difficoltà di utilizzo: l’interfaccia del computer può essere troppo complessa, rendendo difficile per gli utenti trovare le funzioni e le opzioni di cui hanno bisogno. Inoltre, i dispositivi di input come mouse e tastiera possono essere poco ergonomici e poco intuitivi.
    • Problemi di accessibilità: i computer e le applicazioni possono essere difficili da usare per le persone con disabilità, come le persone non vedenti o non udenti; o, similmente, per persone normodotate ma in condizioni operative inadeguate, che ne limitano le normali abilità.
    • Sicurezza: l’uso di computer ed internet espone a rischi per la sicurezza, come il furto di informazioni personali, l’accesso non autorizzato a sistemi e dati sensibili e la propagazione di virus e malware.
    • Mancanza di reattività: i computer possono fornire un feedback limitato o inesistente durante le interazioni, che può rendere difficile per gli utenti capire se le loro azioni hanno avuto successo o meno.
    • Problemi di prestazioni: i computer possono diventare lenti o bloccarsi durante le interazioni, rendendo difficile per gli utenti completare le loro attività.

    Ci sono anche altre sfide come la complessità dei sistemi, la mancanza di standardizzazione, l’incompatibilità tra diversi dispositivi e programmi, la gestione delle informazioni, ecc.

    Quali categorie sociali risentono maggiormente di queste difficoltà?

    Possono variare a seconda del contesto e del tipo di tecnologia utilizzata, ma sicuramente le categorie particolarmente in difficoltà sono quelle con meno istruzione, meno risorse finanziarie e meno tecnologia, nonché quelle che si trovano in situazioni di svantaggio sociale o economico.

    • Anziani: possono avere difficoltà nell’utilizzo dei computer a causa della complessità delle interfacce, della mancanza di familiarità con la tecnologia, dei problemi di vista e dell’artrite, che possono rendere difficile l’uso di tastiere e mouse.
    • Disabili: le persone con disabilità possono riscontrare difficoltà nell’uso dei computer se le interfacce non sono accessibili o non sono adatte alle loro esigenze specifiche. Ad esempio, le persone non vedenti potrebbero avere difficoltà nell’utilizzo di una interfaccia basata sull’uso del mouse, mentre le persone con disturbi della lettura potrebbero avere difficoltà nell’utilizzo di testi troppo piccoli o con contrasto insufficiente.
    • Indigenti: le persone a basso reddito potrebbero non avere accesso a dispositivi aggiornati o a connessioni Internet ad alta velocità, il che può limitare la loro capacità di utilizzare servizi e risorse online.
    • Analfabeti digitali: le persone con bassa alfabetizzazione digitale potrebbero avere difficoltà nell’utilizzo dei computer a causa della loro mancanza di familiarità con le tecnologie digitali. Ad esempio, potrebbero non sapere come navigare su Internet o utilizzare correttamente le funzioni di un software per scrivere testi.
    • Stranieri: le persone che parlano lingue diverse potrebbero avere difficoltà nell’utilizzo dei computer se le interfacce sono disponibili solo in una lingua con cui non sono familiari. A questo problema non sempre si riesce a sopperire con la traduzione automatica, non sempre affidabile, rendendo difficile la comprensione di testi o messaggi di errore.

    Se una persona è in difficoltà nell’interagire con i computer e con l’internet, quali conseguenze negative subisce nella sua vita quotidiana dai punti di vista affettivo, relazionale, sociale, lavorativo e civile?

    Un difficile l’accesso alla tecnologia è un ostacolo a cogliere le opportunità digitali. L’impatto su vari aspetti della vita dell’individuo, sulla vita quotidiana e sulla partecipazione alla comunità e alla società civile può essere significativo. Ecco alcuni esempi:

    • Equilibrio interiore: le difficoltà nell’utilizzo dei computer e di Internet possono causare stress e frustrazione, che possono influire negativamente sull’umore e sulla salute mentale della persona. Inoltre, se la persona si sente isolata o esclusa dalla società a causa delle sue difficoltà tecniche, ciò può portare a problemi di autostima e ad una percezione di solitudine.
    • Relazioni strette: le difficoltà nell’uso dei computer possono influire negativamente sulle relazioni personali e familiari, specialmente se gli altri membri della famiglia sono in grado di utilizzare la tecnologia in modo efficace. Ciò può portare a conflitti e malintesi, rendendo difficile per la persona comunicare e partecipare alla vita della famiglia.
    • Relazioni sociali: la difficoltà nell’utilizzo dei computer può limitare l’accesso ai servizi e alle risorse online, come l’accesso alle informazioni, alle opportunità di formazione o di lavoro, ai servizi di assistenza sanitaria e così via. Ciò può limitare la partecipazione della persona alla società e alla comunità, portando a un senso di esclusione sociale e di isolamento.
    • Lavoro: la mancanza di competenze informatiche può limitare le opportunità di lavoro e di carriera, specialmente in settori dove la tecnologia è essenziale. Inoltre, le difficoltà nell’utilizzo dei computer possono influire negativamente sulla produttività e sulla qualità del lavoro, portando a problemi di carriera e di reddito.
    • Cittadinanza: la mancanza di competenze informatiche può limitare l’accesso ai servizi pubblici online e ai servizi di governo elettronico. Ciò può portare a difficoltà nell’accesso a servizi essenziali come la prenotazione di appuntamenti, la richiesta di documenti e così via.

    Cos’è la NLP o elaborazione del linguaggio naturale? Potrebbe essere d’aiuto per chi ha difficoltà nell’interagire con computer ed internet?

    La NLP (Natural Language Processing) o Elaborazione del Linguaggio Naturale è un campo dell’intelligenza artificiale che si occupa dello sviluppo di algoritmi e di modelli computazionali in grado di analizzare, comprendere e generare il linguaggio umano. L’obiettivo della NLP è quello di permettere alle macchine di interagire con gli esseri umani in modo naturale e di comprendere il significato del linguaggio parlato o scritto.

    Può rappresentare un valido strumento per rendere l’interazione con i computer ed Internet più semplice e intuitiva per chi ha difficoltà nell’utilizzo della tecnologia, migliorando l’accessibilità e l’inclusione digitale per tutti.

    Ad esempio, le applicazioni di chatbot o di assistenti virtuali basati sulla NLP possono rispondere alle domande dell’utente in modo più efficiente, comprendendo il contesto e il significato delle parole usate. Inoltre, la NLP può essere utilizzata per sviluppare sistemi di traduzione automatica, di sintesi vocale e di riconoscimento vocale, rendendo l’interazione con i computer più accessibile ed inclusiva per chi ha difficoltà nella comprensione o produzione del linguaggio.

    Se la società è composta da individui, ci sono categorie sociali svantaggiate perché gli individui che vi appartengono sono più in difficoltà degli altri nell’interagire con computer ed internet.

    L’accesso e l’uso della tecnologia possono dipendere da diversi fattori socio-economici, come il reddito, l’istruzione, l’età, il genere e la posizione geografica. Ad esempio, le persone con un basso reddito o un’istruzione limitata possono avere meno accesso a dispositivi elettronici e a una connessione a internet, mentre le persone anziane o con disabilità possono avere difficoltà a utilizzare la tecnologia.

    Di conseguenza, queste categorie sociali svantaggiate possono essere escluse o limitate nell’accesso alle informazioni, alle opportunità di lavoro, all’istruzione e alla partecipazione sociale e politica. Il divario digitale può aumentare le disuguaglianze sociali e limitare le possibilità di sviluppo per le persone svantaggiate.

    Per ridurre il divario digitale e promuovere una maggiore inclusione digitale, sono necessarie politiche pubbliche che facilitino l’accesso alla tecnologia e alla formazione per le categorie sociali svantaggiate. Ad esempio, possono essere offerti programmi di formazione specifici per anziani o disabili, o possono essere sviluppate politiche di inclusione digitale per le comunità rurali o remote.

    Inoltre, le tecnologie stesse possono essere progettate in modo più inclusivo, tenendo conto delle diverse capacità e bisogni degli utenti. Ad esempio, possono essere utilizzati colori contrastanti e caratteri di grandi dimensioni per facilitare la lettura, o possono essere fornite funzionalità di accessibilità come la sintesi vocale o la tecnologia Braille per persone non vedenti o ipovedenti.

    Tutto questo ci fa capire che la sostenibilità individuale è strettamente correlata con quella sociale.

    Ci sono esempi di applicazione della NLP significativi per quanto riguarda la sostenibilità?

    Si, in particolare per quanto riguarda la gestione delle risorse naturali, la riduzione dell’inquinamento e la mitigazione del cambiamento climatico. Può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati testuali in modo efficiente e accurato, fornendo informazioni preziose. Ciò può aiutare a supportare la realizzazione degli obiettivi di sostenibilità in modo più efficace ed efficiente.

    • Monitoraggio ambientale: la NLP può essere utilizzata per analizzare testi provenienti da fonti come social media, articoli di notizie e rapporti governativi per monitorare la qualità dell’aria, il consumo di acqua, l’inquinamento delle acque e altri problemi ambientali. I dati raccolti possono essere utilizzati, ad esempio, per identificare le aree geografiche che necessitano di maggiore attenzione e di maggiori interventi di mitigazione.
    • Energia sostenibile: con fonti dati analoghe alle precedenti, la NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati testuali, per identificare le tendenze e le opportunità nel settore dell’energia sostenibile. Ciò può aiutare a guidare gli investimenti nelle energie rinnovabili, nonché a identificare soluzioni innovative per l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di gas serra.
    • Gestione dei rifiuti: la NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati testuali sui rifiuti, tra cui report governativi, dati sui rifiuti urbani e dati delle compagnie di smaltimento dei rifiuti. Ciò può aiutare a identificare le aree geografiche che necessitano di maggiori investimenti nella gestione dei rifiuti, nonché a identificare soluzioni innovative per la gestione dei rifiuti.
    • Agricoltura sostenibile: la NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati testuali sulla produzione agricola, compresi dati sulle colture, la qualità del terreno e le pratiche di gestione agricola. Se ne otterrebbe un supporto per le decisioni di pianificazione dell’agricoltura ed un aiuto a identificare soluzioni innovative per la riduzione degli sprechi alimentari, la gestione dell’acqua e la riduzione delle emissioni di gas serra nell’agricoltura.

    L’agenda ONU 2030 comprende 17 obiettivi. La NLP può essere d’aiuto per alcuni di essi?

    Sì, in particolare per quanto riguarda tutto ciò che ha a che fare con la raccolta e l’analisi dei dati testuali e della lingua naturale, la comunicazione efficace e l’accesso alle informazioni.

    Obiettivo 3: salute e benessere – La NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di testi medici e sanitari, aiutando a individuare tendenze e modelli, facilitando la diagnosi e il trattamento di malattie.

    • Monitoraggio e prevenzione delle malattie: la NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati testuali sui sintomi, i trattamenti e la diffusione delle malattie. Ciò può aiutare a identificare le regioni geografiche che necessitano di maggiore attenzione e di maggiori interventi per la prevenzione e il controllo delle malattie. Inoltre, la NLP può essere utilizzata per identificare i sintomi precoci delle malattie, consentendo interventi precoci e migliorando la prognosi per i pazienti.
    • Monitoraggio della salute mentale: la NLP può essere utilizzata per monitorare i sentimenti e le emozioni espressi in conversazioni sui social media e altri forum online. Ciò può aiutare a identificare le persone che potrebbero avere bisogno di supporto psicologico e interventi tempestivi.

    Obiettivo 4: istruzione di qualità – La NLP può essere utilizzata per sviluppare applicazioni di apprendimento basate sulla lingua naturale, consentendo l’accesso all’istruzione per tutti, anche per coloro che hanno difficoltà di apprendimento.

    • Valutazione dell’apprendimento: la NLP può essere utilizzata per analizzare i risultati degli esami scolastici e altri strumenti di valutazione dell’apprendimento. Ciò può aiutare gli insegnanti e gli amministratori scolastici a identificare le aree in cui gli studenti stanno lottando e a fornire supporto mirato per aiutare gli studenti a raggiungere il loro potenziale.
    • Personalizzazione dell’istruzione: la NLP può essere utilizzata per analizzare i dati di apprendimento degli studenti e fornire feedback personalizzato per aiutare gli studenti a migliorare il loro apprendimento.

    Obiettivo 5: parità di genere – La NLP può essere utilizzata per analizzare la presenza e il ruolo dei generi nei testi, migliorando la comprensione della rappresentazione di genere in vari contesti, come nei media e nelle pubblicità.

    • Analisi del linguaggio sessista: la NLP può essere utilizzata per analizzare il linguaggio utilizzato nei media, nei social media e in altri forum online al fine di identificare e contrastare la discriminazione di genere e la violenza di genere. Ad esempio, l’analisi del linguaggio può aiutare a identificare gli annunci di lavoro sessisti e le descrizioni di lavoro che scoraggiano le donne dall’entrare in certe professioni.
    • Monitoraggio delle violazioni dei diritti umani: la NLP può essere utilizzata per analizzare i dati sui diritti umani e sui casi di violenza di genere, ad esempio i rapporti della polizia e i rapporti delle organizzazioni non governative. Ciò può aiutare a identificare le aree geografiche e le situazioni in cui la violenza di genere è più diffusa e a fornire soluzioni e interventi mirati.

    Obiettivo 8: lavoro dignitoso e crescita economica – La NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di testi legati al mercato del lavoro, aiutando ad identificare le tendenze del mercato del lavoro, le competenze richieste e le opportunità di lavoro.

    • Analisi del mercato del lavoro: la NLP può essere utilizzata per analizzare i dati del mercato del lavoro, come le offerte di lavoro e le richieste di competenze, al fine di identificare le carenze e le opportunità del mercato del lavoro. Ciò può aiutare a sviluppare programmi di formazione mirati che forniscono le competenze necessarie per le attività più richieste dal mercato.
    • Miglioramento della comunicazione aziendale: la NLP può essere utilizzata per analizzare le conversazioni e le recensioni dei clienti sui social media e in altri forum online. Ciò può aiutare le aziende a comprendere meglio le esigenze dei clienti e a migliorare la comunicazione e il servizio clienti.

    Obiettivo 9: industria, innovazione ed infrastrutture – migliorare la gestione dei dati in vari settori, come l’industria manifatturiera, la logistica e l’energia, al fine di ottimizzare le attività e ridurre gli sprechi.

    • Miglioramento della gestione dei dati: la NLP può essere utilizzata per l’analisi di grandi quantità di dati non strutturati e l’identificazione di modelli nascosti. Ciò può aiutare le aziende a prendere decisioni più informate e a sviluppare nuove soluzioni innovative.
    • Assistenza tecnica automatizzata: la NLP può essere utilizzata per sviluppare assistenti virtuali e chatbot che forniscono assistenza tecnica automatizzata. Ciò può aiutare a ridurre i tempi di inattività e migliorare l’efficienza delle attività industriali.
    • Automazione della diagnosi: l’analisi dei dati non strutturati sui problemi dell’impianto di produzione può aiutare a identificare rapidamente le anomalie e a prevenire la fermo della produzione.

    Obiettivo 11: città e comunità sostenibili – migliorare la pianificazione urbana e lo sviluppo delle comunità sostenibili.

    • Analisi dei commenti sui social media: la NLP può essere utilizzata per analizzare i commenti dei residenti sulle piattaforme di social media e identificare le principali preoccupazioni e sfide che devono affrontare le comunità. Questo può aiutare le autorità locali a prendere decisioni più informate per migliorare la qualità della vita nelle città e nelle comunità.
    • Rilevamento e prevenzione della criminalità: la NLP può essere utilizzata per l’analisi di dati non strutturati sui crimini e per identificare i modelli di comportamento dei criminali. Ciò può aiutare a migliorare la prevenzione della criminalità e la risposta alle emergenze.

    Obiettivo 16: pace, giustizia e istituzioni solide – La NLP può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di testi legali, aiutando a identificare tendenze e modelli nell’ambito della giustizia e delle istituzioni legali.

    • Analisi dei dati dei tribunali: la NLP può essere utilizzata per analizzare i dati dei tribunali e identificare le tendenze nei casi giudiziari. Ciò può aiutare a migliorare la trasparenza e l’efficienza del sistema giudiziario.
    • Monitoraggio delle violazioni dei diritti umani: la NLP può essere utilizzata per l’analisi di dati non strutturati sui diritti umani e per il monitoraggio delle violazioni dei diritti umani. Ciò può aiutare a identificare le aree in cui sono necessari interventi per proteggere i diritti umani.

    In sintesi, la NLP può essere utilizzata in modo efficace per supportare gli obiettivi dell’agenda 2030 in una varietà di modi, tra cui la prevenzione e il controllo delle malattie, il miglioramento dell’istruzione, la promozione della parità di genere, la creazione di lavoro dignitoso ed economia, la gestione dei dati, l’assistenza tecnica, la prevenzione della criminalità, la trasparenza e l’efficienza del sistema giudiziario e il monitoraggio dei diritti umani.

  • Spunti per comunità dal paradigma della complessità

    Spunti per comunità dal paradigma della complessità

    [Tempo di lettura: 14 minuti]

    Breve rassegna di concetti con qualche umile spunto pratico per la vita in comunità.

    Il paradigma della complessità è un fenomeno culturale dalle proporzioni enormi, capace di comprendere la cultura scientifica tanto quanto quella umanistica.

    È capace di spiegare bene molti aspetti del tempo che viviamo e ci può dare utili consigli pratici per affrontare la complessa vita delle comunità.

    La verità è distribuita

    Per capirsi in quanto segue, è fondamentale un presupposto. Chi non è abituato alle stranezze del paradigma della complessità, che sposta il focus dagli individui alle relazioni, deve fare uno sforzo di apertura mentale. Cominciamo con lo smontare il concetto di verità.

    Da sempre, i racconti notturni attorno al fuoco, finite le attività pratiche della giornata, sono momento di socializzazione e di condivisione dei valori culturali. È il luogo in cui la comunità costruisce le proprie grandi verità, comprese quelle narrazioni ultraterrene che danno speranza nei momenti più bui della persona ed unità d’intento nei momenti bui della comunità.

    La verità è prodotto di paziente lavoro di accostamento di frammenti. Non è proprio come comporre un puzzle perché non c’è una precisa tassellazione. I frammenti si sovrappongono, s’incastrano, contengono impurità, sono danneggiati. Penso ai numerosi gialli d’investigazione che ho letto ed alle indagini giornalistiche che ho ascoltato. Penso alle testimonianze ed alle prove raccolte sulla scena del delitto.

    I frammenti sono le informazioni e le conoscenze di cui ciascuno è depositario. Nessun frammento è di per sé la verità su un certo fenomeno, su una certa vicenda.

    Più un’informazione o conoscenza è condivisa e più la consideriamo vera.

    Siamo fatti così. Punto. Alla base della nostra capacità di conoscere ci sono dei meccanismi che inevitabilmente scoprono il fianco ad errori ed omissioni. Si pensi, per esempio, all’illusione ottica della scacchiera di Adelson.

    I quadri A e B hanno lo stesso identico colore, la stessa sfumatura di grigio. Nell’immagine a destra, sono stati collegati da un rettangolo del loro colore. È inutile, non c’è nessun trucco. Ciò che percepiamo viene pre-elaborato prima di essere cosciente.

    Morale: solo col confronto e col dialogo possiamo comporre il quadro e conquistare, insieme, un po’ di verità.

    Tutto è connesso

    Quando ragiono su qualunque cosa, persona, vicenda, fenomeno etc. spesso dimentico che la realtà è unitaria ed è solo la mia mente che la “porziona”, suddividendola in cose, persone, vicende, fenomeni etc. Non c’è un modo univoco, unico per tutti di “porzionare” la realtà: dipende dalla mia cultura, dai miei scopi, da interferenze subite dal mio processo di elaborazione… In ogni caso, la mia attenzione è limitata e devo fare una selezione, non posso esaminare tutto contemporaneamente.

    Ma, sotto sotto, tutto è connesso. In base al microscopio o al macroscopio che uso, distinguo legami causa-effetto su diversi piani dell’esistenza. Col microscopio, vedo le singole pennellate del pittore sul quadro, perdo la visione d’insieme ma magari riesco a capire il perché di certi effetti specifici. Col macroscopio, perdo la cognizione di causa sulle dinamiche interne di ciò che sto attenzionando ma guadagno comprensione sulle interazioni tra l’osservato ed ambiente circostante; passo dal funzionamento e dalle funzionalità alla funzione ed alla collocazione dell’osservato (vedi “la rivoluzione olonica“).

    Molto bello, da questo punto di vista, il video breve “Cosmic eye” di Danail Obreschkow.

    La realtà è più importante dell’idea

    Posso esaminare una qualunque questione da vari punti di vista, non solo variandoli lungo l’asse micro – macro sul piano fisico, come mirabilmente proposto nel video di cui sopra, ma anche lungo l’asse concreto – astratto. Il piano più concreto è quello dalle percezioni dirette, dei miei sensi. Le informazioni sensoriali sono più certe, più vere del sentito dire perché sono basate su meccanismi biologici comuni a tutti gli esseri umani. In linea di massima, credo che chiunque al posto mio avrebbe le mie stesse percezioni, più o meno.

    Astraendo, si passa al piano delle sensazioni, poi a quello delle emozioni ed intuizioni e così via fino al piano dell’immaginario e virtuale per finire a quello spirituale.

    Quante volte mi è capitato, senza riflettere attentamente, di scambiare informazioni ottenute “per sentito dire” con dati sensoriali!

    Sistemi e fenomeni ben di rado sono rilevanti su un unico piano di astrazione. Penso a tutti i casi simili a quello del telefono senza fili: in una comunicazione si verifica un equivoco, si cerca di risolvere, si disputano torti e ragioni e magari la causa era un difetto della linea. Nel film “Domino” viene presa una decisione drastica che costa il braccio ad una persona. Ma la decisione comunicata non è la decisione presa, ed un tragico errore sorge su un banale disturbo della linea durante una telefonata.

    Ci sono indubbiamente intrecci causa-effetto tra un piano di astrazione e l’altro – non me ne devo mai dimenticare. Per esempio, una scelta maturata a seguito di un percorso di orientamento lavorativo è un fenomeno che si svolge nei miei piani più alti ma poi ha effetto anche sui miei spostamenti fisici perché mi porterà ad accettare un lavoro distante da casa.

    Molto insegna la pila ISO/OSI che codifica gli strati attraverso i quali avvengono le telecomunicazioni.

    Similmente ci insegna lo studio delle comunicazioni interne al nostro cervello, tra i tre strati formatisi nel corso dell’evoluzione biologica:

    • lo strato rettiliano, legato agli istinti di sopravvivenza;
    • quello limbico, legato agli stati emotivi;
    • la neocorteccia ove hanno sede le funzioni mentali superiori.

    Come mi ha detto di recente la nutrizionista, se misuro il Ph della saliva prima e dopo aver ascoltato tutti i dettagli organolettici del limone amalfitano, sorprendentemente lo trovo cambiato: le sensazioni evocate agiscono per via ormonale e mi preparano a cibarmi della prelibatezza immaginata.

    Ciò che accade nella comunicazione (“mettere in comune”) delle comunità non è dissimile. Se in una comunità le comunicazioni non sono fluide, facili ed ordinate, non posso certo aspettarmi una gran propensione alla collaborazione ed alla comunione.

    Per esempio, le comunità cristiane, che ben dovrebbero conoscere il termine “comunione”, col venir meno della cosiddetta “società cristiana”, si trovano in una condizione che richiede un adattamento. Sono come popolazioni che si concentrano sulle cime di montagne divenute isole perché le vallate si sono riempite d’acqua. Servono imbarcazioni per passare sopra ai luoghi in cui un tempo si camminava. Soprattutto, servono ponti.

    Dobbiamo costruire ponti. La tecnologia rende questo compito più facile, riducendo drasticamente limitazioni spazio-temporali ma questo serve solo per focalizzarsi sulle relazioni, il lavoro va comunque fatto e chiede fatica.

    Effetto Matteo

    Creare connessioni significa sia farsi prossimo sia fare rete. Le reti sono strutture che consentono lo sviluppo di processi complessi. Uno dei più interessanti e vistosi fenomeni delle reti sociali è il formarsi di nodi estremamente più connessi di altri. Penso ad internet e a nodi come Google o Amazon, capaci di reggere sfide globali come quelle a cui abbiamo partecipato durante la pandemia.

    Come mai alcuni nodi diventano hub, centri di comunicazione, mentre altri restano nettamente meno frequentati?

    Mi immagino che accada così. Un bel giorno, un nodo sorge. Cominciano a formarsi connessioni con qualche altro nodo. Ci sono anche altri nodi simili ma questo ha un piccolo vantaggio supplementare rispetto agli altri ed attira o facilita qualche interazione più degli altri. Avendo qualche connessione in più, essendo più raggiungibile, aumentano le interazioni che lo attraversano ed aumentano le probabilità che si formino ancora nuove connessioni. Come dire: “piove l’acqua sul bagnato”. Questa è la legge di potenza o di S. Matteo (vedi Mt 25,29).

    Essa mi fa capire che certi fenomeni hanno una soglia, sotto la quale le interazioni di un nodo finiscono per spostarsi verso nodi simili ma più attrattivi, che crescono esponenzialmente. Nella rete, se ci sono nodi del genere, non c’è il secondo arrivato: o sono il primo o soccombo. Nessuno sente parlare di concorrenti di Amazon.

    Nel mondo della finanza, questo ha portato all’esistenza dei cosiddetti unicorni: società con capitali ingenti, di proporzioni mai viste prima nella storia. Ma non serve andare nei mercati borsistici: anche nel piccolo tranquillo acquario della mia comunità locale riconosco la presenza di nodi centralizzanti e di soglie di accesso.

    Non competo contro i super-nodi, lascio che gli eventi fluiscano. Piuttosto, li sfrutto “epidemiologicamente”, per contagio. Se penso di avere un’idea migliore, potrò metterla in circolo proprio sfruttando questi concentratori. Essi mi consentono di accedere a sotto-reti sociali per me altrimenti irraggiungibili, fornendomi, loro malgrado, nuove opportunità per propagare la mia proposta, se è realmente buona.

    Crisi e catastrofi

    La comunità è costantemente in divenire. Si evolve, cambia sotto i miei occhi. Trovo molto utile discernere ciò che posso controllare ed influenzare rispetto a ciò che devo considerare come un dato da acquisire o monitorare.

    Particolarmente utile è poi riuscire a preconizzare i momenti critici, in cui il sistema subirà variazioni repentine per poi ri-stabilizzarsi raggiungendo una sorta di “nuova normalità”, piuttosto che esplodere o implodere.

    Qualche volta, certi rapporti e certi gruppi della comunità sono come quadri appesi a rovescio.

    È impossibile prevedere da che parte si muoverà il quadro per raggiungere il proprio equilibrio: ruoterà in senso orario o anti-orario?

    Immagine generata da un’intelligenza artificiale: “quadro appeso ad un muro con un chiodo”

    In ogni caso, si tratta di sorgenti di rischio / opportunità prossime ad avverarsi. Per prepararmi, cerco di immaginare qualche scenario, quelli più probabili, e di prevedere gli effetti nei vari casi. Nell’attesa dell’ineluttabile, cercherò senz’altro di influenzare il sistema come posso, in modo da indurlo a “cadere” nella direzione che ritengo più opportuna.

    Inoltre, cercherò di agire come se i casi più probabili fossero contemporaneamente veri sebbene uno solo verrà “selezionato” dalla realtà. Per esempio, se devo andare a comprare il pane ed il tempo è incerto, ipotizzo sia lo scenario: “pioverà” sia lo scenario: “non pioverà”. Decido di portare con me l’ombrello perché se è vero che pioverà allora l’ombrello mi sarà utile e se è vero che non pioverà, l’ombrello non sarà comunque un grande impiccio.

    Sono persuaso che prepararsi ai momenti critici prevenga conflitti. Correre ai ripari a posteriori, spinge alle chiacchiere, alle critiche, al senno di poi etc. Non ho quindi timore a proporre in comunità momenti di discernimento e sessioni di pianificazione, anche se non vengono molto spontanei…

    Il tempo del cuore

    Nel momento della crisi, un fitto intreccio di legami causali si manifestano compensandosi, contrastandosi e potenziandosi vorticosamente. Come orientarsi se ci si trova presi dentro?

    Non sono a scuola con i miei figli ma, in qualche modo, devo prendere decisioni inerenti il loro stare a scuola. Devo quindi conoscere la loro classe ed i loro insegnanti. Capitano situazioni complesse, in cui non è facile capire se l’insegnante sia troppo rigida o gli studenti troppo bravi nel raccontare i fatti. Per comprendere, si rende necessario interagire, rischiando di toccare una delle corde sensibili di un intrico di rapporti. L’osservatore influenza l’osservato. A voler calcolare tutte le possibilità, tutti gli scenari possibili, non si passerebbe mai all’azione.

    Sento parlare, in più ampia prospettiva, di un mondo sempre più VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity), come se vivessi stabilmente nell’instabilità, in un crescendo di stimoli ed interazioni mediatiche e sociali.

    Per definizione, il nostro comprendonio è insufficiente: non ha tempo né spazio a disposizione per accogliere in sé tutte le informazioni, metabolizzarle e secernere decisioni ottimali. Non resta che affidarci all’intuito, armati di coraggio.

    Dopo l’era della forza “muscolare” e dopo quella della supremazia intellettiva, mi trovo nel tempo del cuore. Ora sono vincente se ho coraggio, se riesco a lanciare il cuore oltre il confine angusto del mio comprendonio, dove si trova l’altro.

    Quella della limitata capacità predittiva dei modelli deterministici è ormai una lezione ben consolidata persino dalla scienza. Tanto per fare un esempio, ricordo l’episodio delle previsioni del tempo calcolate col computer da Edward Lorenz, quello dell’effetto farfalla. Con la mente vado agli Anni ’60, un decennio prima della mia nascita. I meteorologi dell’epoca disponevano già di misure di pressione, umidità, velocità del vento, temperatura e così via raccolte tramite migliaia tra stazioni e palloni sonda. Un diluvio di dati umanamente intrattabile. Ma cominciavano ad essere disponibili i computer.

    Il modello di Lorenz, basato su una dozzina di variabili, richiedeva ore ed ore di calcolo, durante il quale era possibile esaminare la computazione in corso. Ad un certo momento, Lorenz si accorse che la computazione variava sorprendentemente, bruscamente. Bastò variare l’ultima cifra decimale, un nonnulla dovuto all’approssimazione dello strumento di calcolo, per ottenere previsioni opposte: dal bel tempo alla bufera.

    Una leggerissima differenza nel trattare le approssimazioni da parte di due sistemi di calcolo utilizzati, si è manifestata in previsioni del tempo diametralmente opposte a parità di procedura di calcolo!!! Questa è la tipica situazione caotica.

    Non è difficile costruire architetture caotiche: si pensi al pendolo doppio. Ma mi affascina in particolare il modello dei boids.

    Si tratta di un modello utilissimo nelle riflessioni riguardanti la comunità. Poche semplici regole descrivono omogeneamente il comportamento di tutti gli individui. Questo basta per restituirci lo schema complessivo del comportamento di un super-organismo, per nulla banale, come il movimento di uno sciame di insetti, di uno stormo di uccelli, di un branco di bufali o di pesci, della gente che gira a piedi in un centro commerciale, dei pensieri che migrano nelle nostre inquietudini etc. In rete si trovano numerosi simulatori dei boids con i quali divertirsi. Uno di questi è disponibile qui.

    La morale è che le situazioni caotiche sono quelle così sensibili alle condizioni di partenza che basta uno sguardo di troppo per condizionare lo svolgersi degli eventi scatenati, sfuggendo ad ogni mia previsione.

    Intermezzo: i frattali – il caos e la bellezza

    La matematica è capace di costruire sistemi caotici. Il costrutto matematico caotico per eccellenza è il frattale. Ne posso concepire uno molto semplice usando l’iniziale del mio nome: N, che disegno tracciando tante N messe in fila, ciascuna delle quali è tracciata scrivendo la lettera N… e così via. Come si intuisce, se potessi procedere all’infinito con infinita precisione nel tracciare N, avrei fatto un disegno che, quasi magicamente, non cambia che io usi delle lenti di ingrandimento oppure no. Ciò che vedo si somiglia, a qualunque scala.

    In Natura esistono numerose strutture paesaggistiche (es. le linee costiere) o viventi che sono auto-somiglianti. Un esempio per tutti: il cavolo romanesco.

    Quando lo guardo, non posso non restare catturato dalla sua incredibile struttura geometrica.

    Passando dalla “N” e dal cavolo ad una curva matematica definita tramite equazioni, si ottengono immagini infinitamente articolate, che, come accadeva all’iniziale del mio nome, si ritrovano a differenti scale di ingrandimento. Talora le figure ottenute hanno forme che ricordano esseri viventi.

    Qui di seguito ecco un viaggio dentro un frattale di Mandelbrot.

    Viaggio dentro un oggetto matematico: un frattale di Mandelbrot, un costrutto infinito con dimensione frazionaria, basato sul concetto di auto-somiglianza.

    Tutto questo per dire che, in certi casi…

    imprevedibile è bello!

    Il tutto funziona grazie all’apporto di ogni sua parte

    A volte non resta che accettare l’impossibilità di mantenersi osservatori neutrali ed il fatto che, quindi, qualunque sarà l’azione che scelgo di intraprendere, ci saranno effetti prevedibili ed effetti non prevedibili. In ogni caso, non posso controllare da solo tutti gli aspetti ed ho necessità di comporre il mio sguardo ed il mio agire con quelli degli altri.

    Accettare la complessità senza buttare via nulla significa anche rinunciare ad un orchestratore, a qualcuno che imponga dall’alto indicazioni sul da farsi. Il percorso si costruisce insieme, cammin facendo.

    Per non perdere la bussola, c’è un modo. Di nuovo il paradigma della complessità offre spunti utilissimi. La questione è cruciale quindi mi soffermo snocciolando tre argomentazioni analoghe mutuate da domini del sapere disparati.

    La prima lezione ci viene dalla fisica: la sincronizzazione dei metronomi. È il tavolo che, oscillando sotto la loro spinta, li induce a sincronizzarsi.

    La seconda è quella della guerriglia dei nativi americani dell’epoca di Toro Seduto. Gruppi animati da un unico credo, profondi conoscitori del territorio, assalivano e scomparivano come fantasmi senza neppure bisogno di coordinarsi.

    La terza lezione è quella delle Lettere di S. Paolo (quelle autentiche, non le deutero-paoline, vedi per esempio 1 Cor 12), in cui è forte il richiamo alla figura della chiesa come corpo di Cristo (senza specificare che Cristo ne è il capo come fanno invece le lettere deutero-paoline). Paolo punta il dito sull’unitarietà nella differenziazione, sull’armonia delle parti che concorrono al tutto.

    Fare rete

    Creare connessioni nel tempo del cuore… Come?

    Le connessioni buone si creano come spiegato ai versetti da 25 a 37 del decimo capitolo del Vangelo secondo Luca: servono compassione, competenza e collaborazione. Sfruttando la rete stessa, più che lavorare per mantenermi connesso con Tizio, Caio e Sempronio separatamente, ottengo molto di più annettendoli tutti e tre alla rete che ho già. Il prezzo è quello di perdere un pochino il controllo e di lasciare che la rete si contamini e si evolva. L’importante è che il faro dell’unitarietà verso il quale guardare sia uno solo per tutti i membri della rete.

    Le connessioni tossiche si creano in tanti modi, per esempio quando si persegue il quieto vivere. Sotto la coltre del silenzio, del non detto, si cela il seme della rovina, pronto ad infestare appena le condizioni lo consentono. Prima, sembra tutto sotto controllo. Dopo, si capisce che era solo un’illusione. Interessante il video seguente.

    Provo a ragionare sulla dinamica esplosiva del quieto vivere usando il concetto fondamentale della cibernetica: quello degli anelli di retroazione.

    Immagino di essere il timoniere che conduce la barca nel flusso delle interazioni interpersonali. Sono concentrato sul correggere la rotta in base alla direzione desiderata ed a quella verso la quale, di volta in volta, la corrente mi spinge. Ad un certo momento, incappo in un rapporto interpersonale che decido di gestire con l’approccio del quieto vivere. Il comportamento di questo mio amico mi infastidisce ma tollero, aspettandomi comprensione e autonomo adattamento da parte sua. Lui invece si sente autorizzato a perseguire nel proprio comportamento. Si forma un vortice nella corrente, la mia imbarcazione si carica di energia cinetica, accelerando e vorticando su se stessa, finché… Bum! La relazione si incrina. Insomma, il quieto vivere è una strategia loose-loose!

    Al contrario, più tengo saldo il legame con una persona molto differente da me e più ho l’opportunità di vivere un’intensa dinamica di crescita. La contraddizione (negare ciò che si è divenendo ciò che non si è) è vitalità! Il simbolo yin-yang che, non a caso, tanto affascinava il fisico quantistico Niels Bohr, spiega benissimo il concetto.

    Ecco dunque un altro importante spunto operativo per aver cura delle comunità: laddove colgo una contraddizione, ho trovato un’opportunità.

    L’ologramma della comunità

    Cerco di comprendere gli ologrammi, affascinanti rappresentazioni tridimensionali, ma non è facile esaminare il loro funzionamento interno perché è basato su diffrazione ottica ed interferenza tra onde luminose.

    Tuttavia il comportamento tipico degli ologrammi ha strette analogie con fenomeni a me molto familiari, come, addirittura, la mia stessa mente. Lo colgo da episodi di vita quotidiana. Quando il sonno mi assale, i pensieri sbiadiscono, non spariscono uno per volta. Quando il sole tramonta, forme e colori diventano gradualmente confusi, non smetto di vedere un elemento paesaggistico alla volta. A mano a mano che l’informazione si riduce, nella mia mente la rappresentazione resta completa ma i dettagli sono sempre meno nitidi, più confusi.

    L’analogia tra la mente e l’ologramma può essere fatta in termini di come la conoscenza e le informazioni sono distribuite e organizzate all’interno di essa. Ogni parte della mente contiene informazioni sull’intero sistema mentale, e ogni porzione di esso può essere utilizzata per ricostruire l’immagine completa.

    Inoltre, alcuni ricercatori hanno proposto che la mente possa essere descritta come una sorta di codice olografico, in cui l’informazione è distribuita non limitatamente ad un punto specifico ma distribuita su tutto il sistema mentale (si dice “nonale”, contrario di “locale”).

    Questa analogia è stata utilizzata per descrivere alcune proprietà della mente, come la capacità di ricordare informazioni anche se solo una piccola parte dell’informazione originale è disponibile.

    La metafora vale anche tra ologramma e comunità, in termini di come l’informazione e la conoscenza sono distribuite all’interno di esse. In una comunità, la conoscenza e le informazioni possono essere condivise tra i membri, e ogni individuo può contribuire a creare una comprensione più completa della comunità stessa. Analogamente, in un ologramma, ogni parte contiene informazioni sull’intera immagine, e ogni porzione di esso può essere utilizzata per ricostruire l’immagine originale.

    Inoltre, in una comunità, ogni membro ha il proprio ruolo e contribuisce alla sua funzionalità, e una comunità non può esistere senza la partecipazione di tutti i suoi membri. Allo stesso modo, in un ologramma, ogni parte è necessaria per la sua creazione e funzionamento.

    Come per la mente, noto che l’informazione è distribuita in modo non locale, ovvero non limitata ad un punto specifico ma distribuita su tutta la comunità.

    Complessivamente, la comunità è in grado di esprimere proprietà emergenti, non riducibili alla somma dei contributi dei singoli. Eccone qualche esempio.

    1. Cooperazione: raggiungere obiettivi comuni, come lo sviluppo economico, che non sarebbero stati raggiunti da ciascun individuo agendo da solo.
    2. Cultura: sviluppare una propria cultura, proprie tradizioni, valori e norme sociali, che non sarebbero stati creati dai singoli individui.
    3. Solidarietà: senso di sostanziale convergenza o identità di interessi, idee, sentimenti tra i membri della comunità, che può portare ad azioni di aiuto reciproco in caso di bisogno.
    4. Comunicazione: canali e reti utilizzati per scambiare informazioni e coordinare le azioni.
    5. Identità: immagine di sé distinta dalle altre comunità, basata su un insieme di caratteristiche, quali la cultura, la storia, i valori, le tradizioni.
    6. Intelligenza collettiva: capacità di risolvere problemi, prendere decisioni, generare conoscenza e innovazione, grazie alla interazione e alla cooperazione dei propri membri.
    7. Amore reciproco: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. (Gv 13,34-35)

    Soluzioni integrali

    C’è un valore rispetto al quale cerco di ispirare ogni azione e progetto che impatta sulla vita comunitaria: la sostenibilità, intesa come capacità di progettare ed attuare consapevolmente modelli di sviluppo economico-lavorativo e sociale-relazionale in equilibrio nello spazio e nel tempo, con vantaggio complessivo.

    Ora, considero che il mondo in cui vivo è piccolo (small word), tanto che nella rete sociale globale è stato stimato che la “distanza sociale” tra un cittadino italiano qualsiasi, me compreso, e il presidente degli USA è mediamente di sei strette di mano.

    La conclusione di questo percorso partito dalla scacchiera di Adelson è che le soluzioni sostenibili, quando si vuole far crescere una comunità, sono sempre integrali: non si può lasciare indietro nessuno. La comunità va considerata nella sua interezza.

    Certo, è una sfida grande quella di ripensare la comunità di cui faccio parte cercando di ricomprendervi tutto e tutti. La tentazione di semplificare e selezionare è forte. Ma non è necessario che io capisca e controlli tutto e tutti, solo che comprenda, che prenda dentro, che consideri la comunità nel complesso, cioè, come suggerisce l’etimologia, nel suo inestricabile intreccio, preparandomi anche ad accettare novità impreviste.

    Della serie: “Dio c’è ma non sei tu. Dunque, rilassati!”.

  • Informazione e conoscenza in divenire

    Informazione e conoscenza in divenire

    [Tempo di lettura: 4 minuti]

    Nei progetti di cambiamento delle organizzazioni, nelle aule dei tribunali, nella ricerca scientifica, nei luoghi della politica… la verità costruita insieme è alla base delle decisioni. I dati sono più utili quanto più vengono correlati con altri, integrando i vari punti di vista. In questo senso, non esistono in linea di principio dati esatti ma dati più o meno circostanziati, attendibili, compatibili con i vincoli stabiliti.

    Costruire verità componendo tasselli

    Quando trattiamo informazione e conoscenza in divenire, formuliamo delle ipotesi o degli scenari ipotetici ed immaginiamo il loro evolversi o lo simuliamo con sistemi simbolici o informatici.

    Se ci accorgiamo che gli scenari ipotizzabili sono troppi o conducono a conseguenze troppo diverse tra loro, sentiamo il bisogno di acquisire altre informazioni, altri tasselli del puzzle che si sta via via componendo.

    Talvolta, le competenze necessarie sono troppe e non c’è il tempo utile per acquisirle, e ci rivolgiamo a chi ne sa di più. Ogni volta che andiamo dal medico o che ci rivolgiamo ad un altro consulente per avere una sua valutazione, dobbiamo ovviamente prima condividere con questa figura ciò che sappiamo. Poi entra in gioco il consulente ed ecco che i punti di vista sono diventati due, i vincoli sul sistema da modellare sono aumentati, gli scenari ipotetici si sono sfrondati e riusciamo anche a prevederne più accuratamente la loro evoluzione.

    In aggiunta, o, se non c’è possibilità di coinvolgere un consulente, in sostituzione, è utile confrontarsi con un nostro pari, che potrebbe non saperne di più ma sicuramente ha un’esperienza ed una sensibilità propri. Le modalità di coinvolgimento sono simili, come pure i risultati ottenuti. La differenza è che più questa persona ci è vicina e più sono le informazioni di contesto già condivise. Sull’effettiva utilità del confronto con un pari nel recuperare informazione e conoscenza in divenire, le aspettative sono naturalmente minori. Non è però opportuno sottovalutarle: addirittura, spesso gli esperti apprezzano l’apporto degli “incompetenti” anche solo per le questioni che sollevano o perché mettono in evidenza aspetti che l’esperto considerava scontati.

    Quando si trattano informazione e conoscenza in divenire, l’unione fa la forza!

    Osservare sistemi che cambiano nel tempo

    Mentre siamo al lavoro sulla costruzione del nostro modello mentale o matematico o informatico, mentre in nostri ingranaggi cerebrali sferragliano e neuroni e bit lampeggiano, non è detto che il sistema da modellare resti immutato, in attesa che noi possiamo trarre le conclusioni o fare qualche altra osservazione. Ci sono addirittura situazioni in cui è l’atto stesso di rilevare e misurare ad interferire con l’evoluzione di ciò che si vorrebbe osservare. Si pensi alla somministrazione di un questionario ad una persona o alla determinazione di velocità e posizione di una particella subatomica.

    Come consulente informatico, per me, lavorare con informazione e conoscenza in divenire è la norma! Si fanno riunioni per definire come sarà una certa interfaccia utente, quali sono i dati da trattare, quali gli obiettivi, eccetera eccetera. Si comincia a sviluppare il software e si fa vedere qualche bozza al committente, la cui immaginazione viene stimolata verso una maggiore consapevolezza.

    Mentre il cantiere informatico è in pieno svolgimento, le specifiche possono cambiare, portando a rilavorazioni. Il fatto è che, per i non addetti ai lavori, immaginare un percorso di trattamento dati tramite strumenti informatici è difficile. Quando si vedono le prime schermate funzionare, le “celluline grige” ricevono stimoli creativi. È normale che si cambi idea.

    Questo schema è trasversale rispetto alle varie discipline, non è specifico dell’ambito informatico. Per fare un altro esempio, si consideri il piano alimentare prodotto da un nutrizionista o dietologo: gli effetti di variazioni dell’alimentazione su un sistema complesso, com’è quello del mio corpo, sono difficili da prevedere ed è più efficace assestare il piano alimentare a mano a mano che emergono discrepanze tra effetti previsti ed effetti rilevati.

    Conviene accogliere la prospettiva che ci saranno modifiche in corso d’opera ed organizzare apposite sessioni di approfondimento d’analisi ed affinamento del modello. Le attività da svolgere non possono che essere precisate cammin facendo. Di conseguenza, anche l’offerta economica dovrà essere precisata in itinere.

    La complessità va abbracciata.

    Verità inconoscibile, rischi ed opportunità

    Quando si sta elaborando informazione e conoscenza in divenire, può capitare che una parte della verità risulti definitivamente sfuggente. Ecco qualche esempio:

    • assoluzione per insufficienza di prove:
    • impossibilità di conoscere con precisione contemporaneamente velocità e posizione di una particella;
    • iniziare a sviluppare un sistema software senza sapere quali saranno le effettive necessità degli utenti, in futuro;
    • un’improvvisa inversione di una tendenza di mercato, proprio nel settore principale della nostra azienda.

    Ci tocca accettare il fatto di non essere onniscenti e di dover comunque prendere decisioni ed andare avanti. Ogniqualvolta lo facciamo, ci assumiamo rischi ed opportunità, cioè sappiamo che il sistema che ci siamo mentalmente rappresentati potrà evolversi in vario modo, più o meno favorevole.

    Compiere un’analisi dei rischi e delle opportunità consiste essenzialmente nell’identificare e misurare i nessi causali tra eventi inerenti il sistema osservato. Particolarmente utile è focalizzarsi sui percorsi circolari, cioè retroattivi, e cercare di capire se tendono all’equilibrio o all’esplosione. Queste sorgenti di complessità e disordine sono solitamente proprio

    Rappresentare informazione e conoscenza in divenire

    L’informatica ci consente di superare un tradizionale limite dei modelli matematici entrando nel mondo della simulazione. Per esempio, la chimica computazionale consente di progettare molecole al computer, accelerando a dismisura il processo di ricerca e sviluppo. Per fare un altro esempio, il web-to-rendering, analogo al “web-to-print“, consente di produrre immagini tridimensionali foto-realistiche a supporto di processi decisionali. In qualche senso, questo consente di fruire già di un prodotto sebbene ancora non esista. Per rappresentare processi aziendali progressivamente, ci si può avvalere di strumenti come Connexio.

    1=0,9999….?

    Per concludere questo percorso, vorrei portare l’attenzione del lettore sul fatto matematico che 1 è uguale a “0,999…”. L’uguaglianza si può dimostrare a partire dal fatto che “0,999…” è 0,9 + 0,09 + 0,009 +… ovvero che 0,999… è 9/10 + 9/100 + 9/1000 +…. Attingendo all’analisi matematica, si può applicare la formula per la somma delle serie geometrica, cioè una serie in cui si mantiene costante il rapporto tra un termine ed il successivo, si può concludere quanto affermato.

    Si noti però che questa uguaglianza è di natura topologica. Algebricamente non è per nulla scontato. Ed ora apriamo una finestra sulla complessità. Notiamo che 0,999… indica una procedura iterativa divergente, cioè senza fine:

    1. scrivi zero;
    2. scrivi virgola;
    3. scrivi nove;
    4. torna al passo precedente.

    La procedura è impraticabile, proprio perché è senza fine. Quindi se noi cercassimo di sostituire 1 con 0,999… in un qualunque calcolo matematico, lo renderemmo inconcludente!

  • Esempio reale di progetto di cambiamento in ambito commerciale

    Esempio reale di progetto di cambiamento in ambito commerciale

    [Tempo di lettura: 3 minuti]

    Esempio tratto da un reale cantiere di trasformazione digitale di un’azienda commerciale del settore edile

    Premesse

    Il contesto è quello di un’azienda che si occupa di commercio all’ingrosso e al minuto di laterizi, calce, manufatti e materiali plastici per l’edilizia, ferramenta in genere e di articoli casalinghi; produzione attrezzi vari per l’edilizia e profili plastici.

    Il programma gestionale è stato sviluppato internamente ed anticamente da una figura apicale e, dalla stessa persona, costantemente adeguato alle esigenze aziendali.

    Recentemente si è deciso di predisporre un sistema di raccolta ordini, da mettere a disposizione della rete commerciale, basato su tablet ed un sito di e-commerce B2B da allestire e da integrare con l’antico gestionale.

    Per costruire il modello da attuare a livello sistemistico e di sviluppo software da un lato e comprensibile da parte di un decisore senza competenze tecniche aggiornate dall’altra, si può ragionare in termini di procedure aziendali e di casi d’uso.

    La mia versione di queste analisi prevede l’allestimento di una piccola banca dati. Il resto del presente testo la descrive sommariamente. Prima di addentrarci nella sua esplorazione, vorrei solo precisare che è nata componendo riflessioni su: ontologie formali, UML e knowledge management per mPMI.

    Prospettiva “business”

    Questa prospettiva è quella comprensibile per le persone dell’azienda ma che sistemisti e programmatori potrebbero interpretare in vario modo. Chi si occupa di analizzare e progettare ha il compito di assicurare la comprensione degli obiettivi progettuali da parte di chi dovrà attuare il progetto informatico, nel nostro esempio reale di progetto di cambiamento in ambito commerciale.

    Processi aziendali

    Processi e sotto-processi aziendali sono tipici:

    • processo di produzione, di gestione del magazzino e di logistica;
    • processo di amministrazione;
    • processo di commercializzazione;
    • processo decisionale.

    Unità organizzative (business unit)

    • Direzione
    • Amministrazione
    • Produzione (nella sede centrale)
    • Magazzino e logistica sede centrale
    • Magazzino e logistica sede secondaria
    • Addetti alle vendite nella sede centrale
    • Addetti alle vendite nella sede secondaria
    • Agenti

    Figure professionali

    • Dirigente
    • Addetto amministrativo
    • Addetto commerciale
    • Agente di commercio
    • Magazziniere
    • Tecnico di produzione
    • Trasportatore

    Tipi di documento

    • Catalogo
    • Schede tecniche dei prodotti
    • Schede anagrafiche di clienti e fornitori
    • Situazione economico-finanziaria del cliente
    • Offerta
    • Ordine di vendita
    • Ordine di acquisto
    • Fattura
    • Documento di trasporto
    • Situazione di magazzino
    • Distinta di cassa
    • Etichette con codici a barre
    • Piano visite commerciali
    • Budget vendite

    Procedure aziendali

    • Contrattazione
    • Gestione del fabbisogno e pianificazione della produzione e degli acquisti
    • Pianificazione commerciale
    • Pianificazione delle consegne
    • Raccolta ordini
    • Contabilizzazione
    • Vendita al banco

    Altri concetti rilevanti

    Prospettiva “system”

    Questa è la prospettiva chiara e comprensibile a sviluppatori software ed a sistemisti, ma che il personale dell’azienda cliente fatica ad adottare in quanto sono richieste competenze specifiche nell’esempio reale di progetto di cambiamento in ambito commerciale di cui ci stiamo occupando.

    Se il cantiere non fosse informatico bensì, per esempio, commerciale o finanziario o relativo alla gestione delle risorse umane, sarebbero coinvolti esperti del corrispondente settore e si dovrebbe comunque predisporre un modello specifico. In caso di più cantieri, la prospettiva business fungerebbe da “minimo comune multiplo” e veicolerebbe l’integrazione tra i modelli settoriali.

    Al termine della lettura di questa sezione, se si è letta la precedente, si potrà rimanere sorpresi dalla stretta analogia tra le due prospettive. Non ci si lasci però tentare di pensare che la seconda sia una decomposizione della prima.

    La situazione è quella di chi sta viaggiando in mongolfiera e si dispone all’atterraggio. Dall’alto, il panorama ha una struttura ben diversa da quella che si vede quando finalmente si rimette piede a terra, cogliendo interconnessioni e collegamenti tra elementi del paesaggio che dall’alto sembravano distinti e separati.

    Trattamenti di dati, informazioni, comunicazioni e conoscenza

    • Posta elettronica
    • Telefonia VoIP
    • Elaborazione di documenti testuali e di fogli di calcolo
    • Elaborazione di documenti aziendali strutturati (schede anagrafiche clienti e fornitori, schede degli articoli, fatture, ddt, ordini…)
    • Stampa di etichette con codici a barre

    Gruppi

    • Direzione
    • Amministrazione e vendita al banco
    • Tecnici ed operai
    • Agenti

    Profili

    • Amministratore di Sistema
    • Manager
    • Addetto all’Amministrazione ed alla vendita al banco
    • Operatore
    • Agente

    Tracciati

    • Banca dati del gestionale e formati di interscambio via filesystem
    • Cartelle condivise nel fileserver
    • Servizio di Posta elettronica

    Altri concetti

  • Termini correlati al concetto di flusso

    Termini correlati al concetto di flusso

    [Tempo di lettura: 3 minuti]

    Il concetto di flusso è fondamentale ed è uno strumento che non può mancare nella cassetta degli arnesi di chi si occupa del Paradigma della Complessità. Potrebbe persino precedere quelli di tempo e spazio. Per studiarlo, comincio con un piccolo glossario dei termini correlati al concetto di flusso.

    A
    Affluire
    Scorrere verso un luogo.
    Archivio
    Insieme organizzato di dati di consultazione omogenei, aggiornato costantemente o periodicamente, da cui un sistema di elaborazione o di documentazione automatica può ricavare indici, tabelle, ecc. Un archivio di grandi dimensioni e accessibile a un pubblico più o meno vasto è chiamato banca dati
    C
    Condensatore elettrico
    Componente elettrico che ha la capacità di immagazzinare l’energia elettrostatica associata a un campo elettrostatico.
    Confluire
    Giungere a scorrere insieme unendosi.
    D
    Defluire
    Fuoriuscire, scorrere via, uscire.
    Diramarsi
    Dividersi in rami.
    E
    Effluire
    Scorrere fuori.
    F
    Flusso
    Movimento continuo di persone o cose (anche astratte) che susciti l’immagine dello scorrere. Insieme organizzato di dati omogenei che intervengono o sono sottoposti a elaborazione. Alta marea. scorrimento di un liquido o altro fluido su una superficie o attraverso un determinato condotto. La massa di un liquido organico in movimento nei proprî organi e vasi.
    Foce
    Il punto terminale di un corso d’acqua che s’immette nel mare, in un lago, o in un altro corso d’acqua.
    Fondo
    L’insieme dei mezzi monetari che un individuo, una categoria d’individui, un’impresa, una collettività detengono o richiedono in un dato periodo per uno scopo determinato.
    I
    Influire
    Scorrere verso un luogo. Di cosa che insieme con altra concorre a produrre un determinato effetto.
    M
    Magazzino
    Struttura logistica in grado di ricevere le merci, conservarle (stoccaggio) e renderle disponibili per lo smistamento, la spedizione e la consegna.
    P
    Punti di vista lagrangiano ed euleriano
    La misura di un flusso è una quantità soggetta a variazioni spazio-temporali, dove per spazio intendiamo un qualunque sistema costante o quasi agli occhi dell’osservatore, mentre per tempo intendiamo un susseguirsi di interazioni tra osservato ed osservatore.
    La variazione della misura può essere esaminata da un osservatore solidale allo spazio o al tempo. I due punti di vista sono, nell’ordine, quello euleriano e quello lagrangiano.
    Eulero si mette in riva al fiume ed osserva come cambiano i parametri fisici delle particelle che passano in un punto dato. Lagrange fissa l’attenzione su una particella e segue la sua evoluzione nel suo percorso.
    R
    Rifluire
    Scorrere indietro. Scorrere di nuovo.
    S
    Scorrere
    Muoversi dentro una guida, un tracciato.
    V
    Vaso di Espansione o Polmone
    Componente idraulico presente nelle caldaie per il riscaldamento domestico. Ha la funzione di contenere le variazioni improvvise di pressione del circuito evitando sbalzi e colpi d’ariete, che altrimenti dovrebbero essere assorbiti dall’impianto, con possibili danni allo stesso.

    I termini correlati al concetto di flusso sono utilizzabili in numerosissimi contesti: geografia, biologia, chimica, fisica, demografia… A riprova di quanto questo concetto sia fondamentale.

  • Google Analytics e conformità alla normativa sulla privacy GDPR

    [Tempo di lettura: 3 minuti]

    Lo scorso 9 giugno 2022, il Garante Privacy ha ammonito un’azienda, al termine di una lunga istruttoria, evidenziando un illecito che, in realtà, è estremamente diffuso, legato all’utilizzo di Google Analytics. Se anche tu ne fai uso, forse ti stai chiedendo cosa fare per assicurarti la conformità al GDPR.

    Cos’è Google Analytics?

    Si tratta di un servizio gratuito che fornisce dati statistici descrittivi sulle visite del sito Web. Per attivare il servizio, si deve inserire direttamente o indirettamente un codice nelle pagine del sito. Quando il navigatore accede ad una di esse, alcuni dati vengono inviati nei centri di elaborazione di Google. Potenzialmente, i dati possono finire negli USA dove il livello di protezione dei dati personali è inferiore a quello europeo. Purtroppo, la pseudonimizzazione è inefficace perché Google è in grado di ricostruire le parti mancanti dei dati, incrociandoli con altri, fino ad identificare il navigatore.

    Come fare a capire se il proprio sito sta utilizzando Google Analytics? Quale versione?

    1. Visita il sito Web e fai clic con il pulsante destro del mouse ovunque. Quindi seleziona l’opzione che dice “Visualizza sorgente pagina” oppure puoi anche premere direttamente la combinazione di tasti: CTRL + U.
    2. Sarai diretto a una pagina che avrà molto codice di programmazione ma non farti prendere dal panico. Premi semplicemente la combinazione di tasti: CTRL+F (per PC) o CMD+F (per MAC). Ci sarà una piccola finestra pop-up in alto a destra dove puoi cercare, ad una ad una, le sequenze di caratteri qui indicate tra virgolette: “ga.js”, “analytics.js”, “gtag.js”,

    A mano a mano che ne digiti una, verrà automaticamente evidenziata nel codice sorgente della pagina. Se ne trovi almeno un allora il sito sta usando Google Analytics.

    Che fare? Aspettare!

    Google è all’opera ed i tecnici sono in attesa di novità a stretto giro. I miglioramenti di conformità di Google Analytics 4 rispetto al GDPR sono sono descritti da Google alla voce
    “Dati e privacy incentrati sull’UE”.

    • GA4 elaborerà tutti i dati dai dispositivi finali all’interno dell’UE su server nell’UE.
    • GA4 elabora gli indirizzi IP per la geolocalizzazione, ma non memorizza più gli indirizzi IP.
    • Sarà possibile disattivare Google Signals, impedendo il collegamento con gli account Google.
    • Si potrà regolare sia la granularità dei dati geografici sia quella del dispositivo raccolti (es. risoluzione dello schermo che richiede il consenso).

    …oppure, intanto, fare quel che si può!

    Se si decide di utilizzare gli strumenti di Google, conviene senz’altro passare alla più recente versione di Google Tag Manager, con l’aiuto di un tecnico. Se si deve restare su Google Analytics, sicuramente conviene assicurarsi di essere alla versione più recente (attualmente siamo alla 4).

    Nel frattempo, per chi ha impellenze, si possono attuare queste indicazioni per ottenere la maggiore conformità possibile:

    1. Limitare la raccolta di alcuni dati (come i dati su localizzazione, dispositivo o sistema operativo) per alcune nazioni.
    2. Valutare se tutte le metriche sono necessarie alla tua attività. Se si può, si disattivi “Google Signals”, valutando attentamente le implicazioni, specie le limitazioni nell’ambito dell’ambito advertising (remarketing in base ai dati analitici, reporting degli annunci, dati demografici e di interesse, modelli di conversione, rapporti in Google Ads).
    3. Utilizzare un server proxy, evitando così il contatto diretto tra il PC dell’utente e Google Analytics.
    4. Inserire la clausola di Google Analytics 4 nella privacy policy e chiedere il consenso esplicito.
  • La verità si costruisce insieme

    [Tempo di lettura: 3 minuti]

    Le verità che conosci sono quelle che hai condiviso con altri. Non ci sono verità che conosci solo ed esclusivamente tu. Il punto di vista della singola persona non è sufficiente per produrre una verità. Può sembrare un’affermazione brutale, quasi arrogante. Però, rifletti…

    Il fatto è che la nostra percezione è condizionata da ciò che abbiamo già in mente. Per questo esistono illusioni ottiche come quella della scacchiera di Adelson.

    Puoi farlo anche tu…

    Prendi due fogli di carta, uno di carta bianca e l’altro di carta grigia. Dividili ciascuno dei due fogli in quadrati precisi e disponi i quadrati ottenuti a scacchiera, tenendo un quadrato grigio in più da parte. Poggia su un angolo della scacchiera un oggetto cilindrico con diametro grande circa come il doppio del lato dei quadrati e colloca l’illuminazione in modo che l’ombra del cilindro si proietti sulla diagonale della scacchiera. Poggia il quadrato grigio aggiuntivo su un quadrato bianco in ombra ed il gioco è fatto. Disponi l’osservatore in modo che il suo sguardo sia lungo la diagonale perpendicolare a quella dell’ombra del cilindro.

    Finché non sposti il quadrato aggiuntivo e non lo sovrapponi ad un quadrato grigio tra quelli ben illuminati, l’osservatore crederà che il quadrato aggiuntivo è grigio anziché bianco.

    È facile sbagliarsi! Finché non si cambia punto di vista, la scena è ingannevole.

    Ogni punto di vista fornisce un indizio. Cooperando, si costruisce progressivamente la verità.

    Mentre un puzzle riguarda un’immagine statica e limitata, la realtà cambia ed è immensamente più vasta delle esperienze dell’intera vita di una persona.

    Il lavorio di riflessione, comunicazione, studio etc. dura, salvo impedimenti, finché non ci sembra di aver raggiunto sufficiente capacità di predire il comportamento di ciò che stiamo cercando di conoscere.

    Principali errori

    Escludere, non ascoltare, ignorare… Siamo tentati di semplificare per prendere controllo. Finiamo con l’ingannarci, credendo di vedere legami causa-effetto che non ci sono. Si parla di pregiudizi.
    Sia chiaro: i pregiudizi sono utili quando occorre agire prontamente. Non è difficile immaginare situazioni in cui tardare a reagire può condurre a conseguenze peggiori di quelle incorse prendendo una decisione imprecisa o sbagliata.
    Fissarsi su un’interpretazione è normale. Se durante una travagliata discussione o riflessione si finisce per tornare su una stessa posizione, si tende a concludere che tale posizione è corretta. Però si può incappare in un auto-inganno: possiamo aver ripetuto lo stesso errore, anche da percorsi differenti! L’effetto di ri-conoscere la posizione assomiglia purtroppo alla sensazione di aver avuto un’intuizione. Occorre dunque provare a smuoverci dalla fissità, scuoterci introducendo nei nostri pensieri personali o condivisi un elemento esterno, nuovo: uno stimolo creativo.

    Tra il pregiudizio e la verità si sviluppa la dinamica della riflessione e della comunicazione

    Attraverso la comunicazione e la riflessione, il modello che ci siamo fatti in testa interagisce virtualmente con la realtà. Cosa succederebbe se bevessi del detersivo? Posso conoscere la risposta studiando o parlando con qualche esperto, non serve provare direttamente!!! Che io provi direttamente o che io sfrutti le esperienze di altri, in qualche modo ho messo a sistema la mia rappresentazione mentale con la realtà.
    Ecco spiegato perché le verità che ci sembrano più vere sono quelle espresse con numeri e formule: la matematica è ciò che conferisce il sapore di esattezza alle cosiddette scienze esatte. Il suo linguaggio è convenzionale e condiviso in modo amplissimo, tanto da superare le ambiguità degli schemi linguistici delle lingue naturali.

    In conclusione, possiamo dire che persino la matematica è un’opinione, solo che è la più condivisa in assoluto!

  • Trasformazione digitale: come cominciare bene grazie ai casi d’uso ed alle ontologie

    Trasformazione digitale: come cominciare bene grazie ai casi d’uso ed alle ontologie

    [Tempo di lettura: 3 minuti]

    La trasformazione digitale è un processo di cambiamento aziendale che impatta sull’organizzazione. Nelle PMI, se ben condotta, aumenta il senso di coinvolgimento del personale ed è un’occasione per chiarire ruoli e mansioni e per sistemare prassi non ben definite.

    L’importanza dei casi d’uso nella trasformazione digitale

    I casi d’uso sono descrizioni sintetiche di come un’unità organizzativa o un singolo utente di un certo tipo interagisca con il sistema informatico aziendale per raggiungere i propri scopi. Solitamente si usano dei semplici diagrammi conformi al linguaggio visuale UML, indicanti i vari tipi di soggetti, detti: “attori”, ed i loro rispettivi obiettivi. A livello testuale, si aggiungono poi degli elenchi, da mantenere sulla decina di voci, che illustrano i principali passi che l’attore deve compiere. Si distingue uno scenario principale da qualche altro scenario alternativo, evitando diramazioni all’interno degli scenari.

    Un aspetto molto interessante dei casi d’uso è che si possono organizzare in livelli. Essi possono essere fatti corrispondere a livelli decisionali aziendali. Il livello base è detto livello utente o livello del mare, ed è quello focalizzato sugli obiettivi operativi della singola persona. Se si sale di livello, si passa agli obiettivi tattici delle unità organizzative (uffici e reparti) e poi ancora al livello strategico. Se, invece, dal livello del mare si scende, si passa al livello attuativo dello sviluppo software o addirittura, al massimo della profondità, al livello del singolo frammento di software.

    Ovviamente, è fondamentale mantenere la coerenza tra casi d’uso di livelli differenti.

    Per evitare dispersione in dettagli inutili senza perdere accuratezza, una buona analisi basata sui casi d’uso è reattiva e mirata. Per reattiva intendiamo dire che l’analisi procede dai livelli alti ai livelli bassi ma i livelli bassi forniscono indicazioni di fattibilità ed efficienza utili nell’assestare i livelli alti. Per mirata intendiamo dire che nella maggior parte dei casi non occorre scendere sotto il livello del mare.

    L’importanza delle ontologie nella trasformazione digitale

    I vari tipi di attori ed i loro obiettivi, rappresentati nei casi d’uso in UML, costituiscono una forma di rappresentazione della conoscenza aziendale. Più precisamente, si tratta di una rappresentazione che l’azienda fa di sé stessa. Questa è la base dell’intelligenza aziendale, come l’auto-coscienza lo è per le persone.

    A loro volta, attori ed obiettivi vengono descritti a partire da altri concetti aziendali. Molti di essi sono comuni, come: “fattura”, mentre altri sono specifici di settore (es. “mandato di importazione”) o addirittura fanno parte di ciò che rende l’azienda unica ed irripetibile (es. “brevetto N° XYZ”).

    Definire con chiarezza i concetti della conoscenza aziendale consente di concertare cambiamenti e sviluppare procedure organizzative e software. Si parla allora di ontologie, cioè di raccolte di definizioni di concetti e dei legami, di vario tipo, che ci possono essere. Per esempio, il legame fase / progetto è di tipo meronimo / olonimo (la fase è parte del progetto), mentre il legame prodotto finito / prodotto è di tipo iponimo / iperonimo (prodotto finito è più specifico di prodotto).

    Perché usare casi d’uso ed ontologie nella trasformazione digitale?

    Quando vale la pena investire energie nella redazione dei diagrammi dei casi d’uso o delle ontologie?

    Più l’ambito di conoscenza delle persone è eterogeneo, più è utile un’ontologia condivisa. Essa funge da contratto scritto multilaterale su come usare i termini che servono per descrivere l’organizzazione e la sua attività. Può non essere così importante il numero delle persone coinvolte. Conosco dall’interno un caso estremo: è quello di ORA – Orientamento Relazione Ascolto, un gruppo di consulenti che si occupano ciascuno di ambiti completamente diversi: organizzazione, finanza, legge, fisco, marketing, psicologia del lavoro, mediazione relazionale etc.

    Definendo un’ontologia, le persone riescono a trasmettere conoscenza in modo esplicito e si apre lo spazio alla gestione del cambiamento proteggendo la preziosa complessità dell’organizzazione, senza pericolose semplificazioni.

    Grazie all’ontologia, i casi d’uso saranno definiti con chiarezza ed il processo di cambiamento in ordine alla digitalizzazione sarà partecipato, esaltando gli aspetti caratterizzanti dell’organizzazione – quelli che tipicamente si manifestano in valore aggiunto, economicamente misurabile.

  • Introduzione al paradigma della complessità

    Introduzione al paradigma della complessità

    [Tempo di lettura: 2 minuti]

    Cos’è il paradigma della complessità? Da dove cominciare per studiarlo? Cosa leggere, quali video guardare? Con chi confrontarsi? A cosa serve? Come utilizzarlo nel lavoro, in famiglia, in comunità, in società? Che rapporto c’è con l’approccio olistico?

    Cos’è il paradigma della complessità?

    Un paradigma del pensiero scientifico è costituito da regole metodologiche, modelli esplicativi, criteri di soluzione di problemi. Una rivoluzione scientifica è un cambio di paradigma. Le nuove mentalità o paradigmi cognitivi sono indotte dalle rivoluzioni scientifiche, si pensi alla teoria della relatività e al relativismo.

    L’ultimo paradigma è quello della complessità.

    Il paradigma della complessità, come l’approccio olistico, rifiuta l’idea semplicistica secondo la quale un sistema si spiega come semplice somma delle parti. Gli intrecci tra le parti del sistema rendono il tutto superiore alla somma delle parti. La vita, per esempio, non si può spiegare come semplice composto chimico ma è organizzazione, è uno schema che tende a conservarsi e replicarsi.

    In più, rispetto all’approccio olistico, il paradigma della complessità fa entrare in gioco il rapporto tra osservatore ed osservato, ammettendo la possibilità di modellare anche quando il controllo dell’osservatore non è completo. Un sistema in cui le parti interagiscono tra loro può essere complicato ma, finché l’osservatore ritiene di averne il controllo completo, non varca la soglia della complessità.

    Materiali per iniziare comprendere il paradigma della complessità

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    Pagine Web da leggere

    Dipinti

    Di fronte a molte delle opere di Pollock o Kandisky, il cervello non è in grado di riconoscere caratteristiche pre-codificate: non focalizza l’oggetto.

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    Video

    Libri

    • Auto-organizzazioni di Alberto F. De Toni, Luca Comello, Lorenzo Ioan
    • Nexus di Mark Buchanan
    • Visual Complexity di Manuel Lima
    • Ciclo di Dune, saga fantascientifica di Frank Herbert: Dune (1965), Messia di Dune (1969), I figli di Dune (1977), L’imperatore-dio di Dune (1981), Gli eretici di Dune (1984), La rifondazione di Dune (1985)
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    Immagine di copertina: Foto di Pete Linforth da Pixabay

  • Principi Generali della Teoria dei Flussi

    [Tempo di lettura: 3 minuti]

    Premessa

    Avvertenza: questo articolo è in continua revisione. La Teoria dei Flussi è in allestimento e, probabilmente, resterà tale per anni. I principi generali, inizialmente si formulano in modo approssimativo e sovrabbondante; quindi si selezionano e si consolida ciò che resta alla prova dei fatti. Se non ci fosse questa retroazione tra riscontri pratici e principi generali, l’evoluzione della stessa TdF sarebbe priva di intelligenza.

    I meta-principio della Teoria dei Flussi: l’evolversi della TdF stessa è un flusso e comporta retroazioni nel proprio interno.

    Quando si modellano concetti così fondamentali, è facilissimo cadere nella trappola della definizione circolare. Ecco un esempio. Proviamo a definire: “sistema” seguendo la via dei dizionari linguistici.

    Sistema = connessione di elementi in un tutto organico e funzionalmente unitario.

    Elemento = ciascuna delle parti che concorrono a formare un tutto organico.

    Si vede subito che la prima definizione dipende dalla seconda che dipende dalla prima, quindi in totale non abbiamo definito un bel niente.

    Per non cadere in trappola, dovremo cercare di definire concetti spiegando come si usano nei ragionamenti, secondo lo stile assiomatico: si parte dal presupposto di un linguaggio semplice e chiaro, dato per scontato, si aggiungono nuovi termini e si formulano assiomi, cioè proposizioni o schemi di proposizioni ritenuti sensati.

    Principi

    1. Il pensiero è un flusso. Ciascun pensiero è un flusso. Ciascuna cosa pensata da chiunque è un flusso.
    2. Il passare del tempo soggettivo è lo scorrere dei pensieri rispetto a quello delle percezioni sensoriali.
    3. Un flusso è oggettivo se e solo se è identificabile da chiunque. Necessariamente, sono coinvolte delle percezioni.
    4. Il tempo oggettivo è lo scorrere del tempo di tutte le persone, coordinato tramite convenzioni sulla base delle percezioni sensoriali.
    5. I flussi di conoscenza analitica confluiscono nel flusso di conoscenza complessivo. Il flusso complessivo di conoscenza defluisce in flussi di conoscenza analitica.
    6. L’attenzione è limitata: si seleziona una parte di tutto ciò che percepiamo o immaginiamo e si ragiona su quella. Concentrarsi comporta trascurare ciò che non è attenzionato. Ampliare la prospettiva comporta trascurare dettagli.
    7. Porre attenzione è selezionare. Ciò che descriviamo e modelliamo è ciò che percepiamo di ciò che sta nello spazio informazionale selezionato.
    8. Input e output sono flussi. L’esecuzione di un programma inizia e termina senza memoria. Noi potremmo accumulare i flussi input e album e farli retroagire con il flusso esecutivo. Semantica tra logica di flusso esecutivo e logica di algoritmo.
    9. I dati sono flussi e i programmi sono dati. I dati possono essere incerti, correlati, intrecciati… quindi anche i programmi.
    10. Il pensiero è il risultato di un interferenza, non può che essere ologrammatico. Quando mi assopisco, l’intensità di ciò che penso viene meno; riducendo la luce, ricevo meno stimolo visivo ed aumenta l’incertezza, la stabilità dell’interpretazione delle immagini che mentalizzo.
    11. La determinatezza di un dato corrisponde all’intensità del suo afflusso esecutivo.
    12. Contare presume distinguere ma talvolta le forme percepite fluttuano, i loro contorni sono parzialmente indistinti. In quale momento della mitosi la cellula è diventata due cellule? Per il libro della Genesi, l’uomo è immagine di Dio da solo o solamente quando è in relazione (a sua immagine lo creò, maschio e femmina li creò)? La fluttuazione può essere in ciò che osservo o nel mio osservare, non importa. Fintantoché c’è fluttuazione, l’interazione con le parti è anche interazione col tutto e viceversa.
    13. All’estremo, flussi con i quali si interagisce con tutti loro o con nessuno di loro sono totalmente confondibili. Questo misura l’unione di una coppia di sposi.
    14. Il fenomeno del collasso degli stati nel momento della valutazione o misura avviene quando si cristallizza la scelta valutativa, quando si astrae, quando si passa da una logica in cui si hanno entità solidali i cui legami sono fuori controllo ad una in cui è tutto esplicito. Questa è l’essenza della semantica, nel bene e nel male. Questo va formalizzato definendo una semantica tra logica di base e logica classica.
    15. Il concetto di determinatezza di un flusso si concretizza con l’omogeneità delle interazioni con tale flusso.
    16. Nella logica dei livelli di astrazione, l’energia di un flusso concreto può essere diffusa in tanti flussi ed emergere come energia di un flusso astratto. Così la persona consacrata trasfigura la sua energia relazionale. Così ha senso l’esclusività del rapporto nuziale.