L’autore gioca sulla circolarità a più livelli. L’ho scoperto leggendo l’ultima pagina. Non lo faccio mai ma questa volta sono stato spinto da una bi-polarità: da un lato il libro è molto lungo e parla un linguaggio molto vicino a quello della filosofia, per cui si preannuncia oltremodo impegnativo per me, dall’altro lato il solo uso della parola “polilogiche” mi attrae terribilmente, tra l’altro facendo eco con l’argomento della mia tesi di laurea inerente la logica di base, da cui si possono derivare modularmente le grandi logiche note: classica, intuizionistica, paraconsistente, quantistica…
Insomma, l’aspettativa è notevole. Staremo a vedere!