Una ricetta di cucina, una ricetta chimica, una distinta base industriale, un programma per computer… sono tutte procedure e tutte vengono espresse sotto forma di elenco di istruzioni da eseguire. Gli informatici un tempo lo chiamavano: “listato”. Uno mi può obiettare che nella distinta base ci sono sia voci indicanti lavorazioni sia voci indicanti materiale. A ben vedere, anche queste ultime indicano indirettamente un’azione. Se la distinta base di produzione di una penna indica un cappuccio, quando consegno l’ordine di produzione al reparto, il personale sa che dovrà prelevare il cappuccio e disporlo nella confezione della penna. Istruzioni.
Accendiamo l’immaginazione su una ricetta o una distinta base o un programma per computer. Sogniamo che il listato fluttui nello spazio 3D ed introduciamo dei legami tra una riga e la sua successiva in modo da non perdere il filo quando il listato viene eseguito.
Infine aggiungiamo un’istruzione qualunque nello spazio circostante il nostro listato e colleghiamolo ad una delle istruzioni esistenti. Distinguiamo il nuovo legame dagli altri usando un colore diverso.
Se conveniamo di preferire i legami di un certo colore e di trascurare gli altri, la modifica che abbiamo apportato non altera il flusso esecutivo del listato.
Il colore può essere tradotto anche come peso, importanza relativa nell’esecuzione del flusso operativo. Generalizzando, possiamo avere non più solo una sequenza di esecuzione delle istruzioni corrispondente a quella costituita dal listato: si possono predisporre vari percorsi ed anche criteri per tarare l’importanza relativa delle connessioni, cioè attuare un apprendimento.